(ANSA) - ROMA, 24 SET - Mentre i mercati finanziari degli Usa e d'Europa sono alle prese con la crisi dei 'subprime', i mutui ipotecari trasformati in bond e polverizzati fra una miriade d'investitori, il mondo islamico non è rimasto a guardare. Al contrario - si legge in uno studio del Fondo monetario internazionale - proprio grazie alla sharia, la legge islamica i cui precetti regolano anche le transazioni finanziarie, le cartolarizzazioni proprio nel mondo islamico hanno registrato un grosso successo. Perché la sharia - che vieta il tasso d'interesse - prevede che i guadagni debbano derivare dalla partecipazione del creditore al rischio d'impresa, permettendo così di modellare le cartolarizzazioni ai precetti del Corano. Certo, adattare alla legge islamica i complessi modelli matematici che stanno dietro alle cartolarizzazioni - con cui i crediti di un'impresa vengono ceduti ad un emittente che li utilizza come garanzia per lanciare bond sul mercato - non dev'essere stato facile. "Serve una verifica in due fasi per accertare la rispondenza alla sharia - spiega il 'working paper del Fmi - e che riguarda il tipo di attivita' nel portafoglio e la struttura della transazione". Ma grazie anche alla graduale diffusione dei 'sukuk', sorta di bond islamici con cui è stato aggirato il divieto di cedere il debito le cartolarizzazioni sono sempre più in voga, in Medio Oriente come in Malesia. "Le istituzioni finanziarie islamiche - si legge nello studio - sono piene di contanti grazie al recente boom dei prezzi petroliferi". E anche se gli investitori dei paesi islamici spesso hanno spesso sottoscritto cartolarizzazioni convenzionali come gli Abs (asset-backed securities), molti guardano con crescente interesse a investimenti che consentono di operare rispettando la sharia. COn il risultato di un boom di cartolarizzazioni islamiche negli ultimi anni: secondo il General COuncil for Islamic Banking and Finance Institution, circa 200 istituzioni finanziarie islamiche operanti in 48 paesi hanno circa 300 miliardi di dollari di asset nella loro gestione, con una crescita stimata in un 15% l'anno. Sempre più investitori, specie dal ricco Medio Oriente, si sono rivolti alle cartolarizzazioni islamiche, con emissioni lorde balzate dai circa 6,7 miliardi di dollari del 2003 a 15 miliardi di dollari di fine 2006, e ampi margini di crescita ulteriore. Un mercato in forte crescita dall'Egitto al Pakistan, grazie anche alle garanzie sul credito fornite dai governi - e che ha trovato nella Malaysia un "campione" per lo sviluppo degli strumenti innovativi de mercato del credito, forte del più grande mercato obbligazionario, pari a 300 miliardi di dollari, fra i paesi islamici.(ANSA).
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