FALSO:
"Un missile Cruise, per esempio, ha un diametro di mezzo metro, ed è il missile più grosso dell'arsenale convenzionale americano. Persino il gigantesco missile nucleare a traiettoria balistica Minuteman III ha un diametro massimo di 1,7 metri.L'esplosione di una carica cava, inoltre, avrebbe riversato i suoi effetti nel primo ambiente vuoto presente dopo la superficie di impatto, esaurendo in quello ogni capacità di penetrazione. Mai e poi mai avrebbe potuto attraversare ben tre anelli del Pentagono e provocare addirittura un foro di uscita nel muro del terzo anello.Infine, una carica cava non avrebbe mai provocato gli effetti esterni che abbiamo visto al Pentagono, perché essi si sarebbero concentrati verso l'interno, così come è tipico di questo tipo di esplosivi.L'esplosione di un ordigno con testata a carica cava al Pentagono avrebbe dovuto determinare, invece, effetti esterni molto contenuti e ben diversi dalla gigantesca palla di fuoco che vediamo nei filmati, e lasciare sulla facciata un singolo foro del diametro di 10-20 centimetri al massimo, senza brecce ai lati. La carica avrebbe devastato un ambiente relativamente ristretto del primo anello dietro il punto di penetrazione, proiettandovi materiale fuso e gas roventi.In nessun caso la carica avrebbe potuto superare gli ampi ambienti presenti nei tre anelli (parliamo di stanze e corridoi con relative pareti di separazione) che avrebbero avuto lo stesso effetto di numerose e grandi spaziature né avrebbe mai potuto abbattere o danneggiare gravemente le colonne portanti interne, come invece è avvenuto."
(Jhon)
Riassumendo ciò che Jhon afferma pienamente:
- Un cruise lascia un foro di 10-20 cm di diametro
- Un cruise riversa nel primo ambiente vuoto i suoi effetti dopo la superficie d'impatto
- Un cruise dopo il primo impatto esaurisce la propria capacità di penetrazione
- Una carica cava non provoca gli effetti esterni visti al Pentagono
- Gli effetti di un cruise si sarebbero riscontrati solo all'interno
- Gli effetti interni sarebbero stati più contenuti se fosse stato un cruise
- Un cruise non avrebbe lasciato brecce ai lati del foro d'd'ingresso
- La carica cava avrebbe devastato un ambiente ristretto
- Una carica cava non avrebbe potuto superare gli ampi ambienti interni
- Una carica non avrebbe mai potuto abbattere e danneggiare le colonne portanti interne...
Se io fossi una di quelle Nazioni che di tanto in tanto si serve dalla Boeing per comprare missili "cruise", abbandonerei immediatamente l'idea correndo in Francia alla Martin Marietta...Ma non è così infatti se così invece fosse, non ci sarebbero tutti gli ordinativi così come mostrato nel link sotto la foto del Tomahowk che anzi ha riscosso molto successo in seno alle Nazioni che ne hanno fatto incetta.
Un missile del costo di un Tomahowk che fa un foro di 10-20 cm e scoppia internamente?!!! Sembra una vignetta!
Non è un petardo, o un raudo e neppure un magnum! E' un'arma che costa 600.000 $ a pezzo e deve valere per ciò che si paga, quindi non la si comprerebbe se al suo impatto non si lasciassero brecce attorno al foro... (chiaramente il costo è relativo all'unità e non tiene conto di spese di manutenzione, stoccaggio, lancio, spostamento ecc. che si aggirano intorno ai 400.000 $).
Di seguito delle fotografie degli effetti descrivono effettivamente i danni derivati da impatto di cruise:
SERBIA SERBIA PRISTINA BELGRADO SUDAN
Questi sono danni da Tomahawk.
Non ci sono fori di 10-20 centimetri, e ci sono più che delle semplici brecce a seguito degli impatti subiti dagli edifici. Il debunker potrà mettere in discussione che queste siano foto di dubbia provenienza e che non necessariamente siano da attribuire a missili, ma poichè in più siti sono riportati molteplici volte è molto probabile che invece lo siano, eccome... Inoltre nelle campagne di Sudan e Ex-Jugoslavia è stato fatto un largo utilizzo di questi sistemi d'arma, tanto che se ne dovrebbero essere utilizzati solo un centinaio in Ex-Jugoslavia ed un'altra quantità simile ripartita in Afghanistan e Sudan.
Ecco come si presenta il pentagono, a cose fatte...
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