venerdì 10 ottobre 2008

Il giallo del Trasimeno

Un mio amico giornalista mi ha fornito la sua ricostruzione dei fatti relativi all’omicidio Narducci:

Il “giallo” del Trasimeno intorno alla scomparsa del dottor Narducci

di F. Pantaleone Vinci


Il “giallo” del Lago Trasimeno, vale a dire la morte misteriosa nelle acque del lago del dottor Francesco Narducci, gastroenterologo al Policlinico di Monteluce a Perugia, è ormai da molti anni oggetto di interesse dell’opinione pubblica, dei giornali e delle televisioni. E’ incerta la causa del decesso e altrettanto incerti i collegamenti che ipotizzano gli inquirenti tra la morte del medico perugino ed i delitti del mostro di Firenze. Ancora non si sa se il professionista sia stato ucciso, come pensano gli investigatori, perché in qualche modo coinvolto nelle indagini sui “compagni di merende”o si sia suicidato, dopo aver ingerito meperidina.
Qui non s’intende sposare né l’ipotesi degli investigatori, che pensano all’omicidio, anche se in tanti anni di indagini non sono stati in grado di trovare le prove a sostegno della loro ipotesi investigativa, né avallare la tesi della famiglia che ipotizza, invece, una disgrazia o, in subordine, un suicidio.
Rivediamo dall’inizio, sia pure sinteticamente, i fotogrammi del mistero del lago.
Nella tarda mattinata dell’8 ottobre del 1985, calda e gradevole giornata autunnale, squilla il telefono di Peppino Trovati, gestore, a San Feliciano, di una delle più attrezzate darsene del Trasimeno. E’ il dottor Narducci che chiede di sapere se la sua imbarcazione, un motoscafo di medie dimensioni, è ancora in acqua, perché è già autunno e Peppino, da sempre, terminata l’estate, fa il rimessaggio e molte barche le trasporta in un capannone. Al telefono risponde la moglie, Giuseppina, che s’informa dal marito, il quale risponde che la barca, per puro caso, è ancora in acqua, nella darsena.
La richiesta del dottor Narducci stupisce un po’ perché in tutta la stagione estiva, il medico non aveva mai preso il motoscafo ed è cosa assai strana che si sia ricordato quando è già autunno. E’ una riflessione fatta a posteriori, naturalmente, perché in quel momento, Peppino, persona estremamente corretta e riservata, non ha fatto considerazioni o commenti. E così, verso le 15,30, Francesco Narducci, con la moto, da solo, arriva alla darsena di San Feliciano. Indossa pantaloni lunghi e un giubbino di pelle. Parcheggia e sale sulla barca. Peppino ha solo il tempo di dirgli se ha bisogno di carburante, considerando che la barca è stata ferma per molto tempo, ma il medico risponde che non ha intenzione di andare molto lontano, vuole prendere soltanto un po’ di sole, lì vicino. Da questo momento si perdono le tracce del dottor Narducci. Ha fatto salire a bordo qualcuno? La cosa sarebbe possibile perché a sinistra della darsena, a circa cento metri, c’è il pontile di San Feliciano, e a destra, un po’ più lontano, c’è il pontile di Monte del Lago. In entrambi i pontili però ci sono spesso dei pescatori che osservano tutto ed ai quali difficilmente sarebbe sfuggita un’operazione di questo tipo, considerando che si era ormai fuori stagione.
Ha avuto un incontro con qualcuno al largo, a bordo di un’altra imbarcazione o all’isola Polvese, che è proprio di fronte, a circa mezzo miglio dalla darsena di Trovati?
In teoria sarebbe tutto possibile. Solo che la persona che lo attendeva doveva essere stata informata per tempo e doveva essere andata appositamente al lago, ad ottobre non ci sono tanti che vanno a prendere il sole. Le variabili possono essere tante, anche per avvalorare l’ipotesi dell’omicidio, ma l’assassino deve essere stato qualcuno che ha architettato e poi commesso il delitto in poche ore, il tempo intercorso tra la telefonata fatta a Trovati, probabilmente dalla clinica medica del Policlinico di Perugia, dove si trovava quel giorno il dottor Narducci, al momento dell’omicidio. Troppo poco tempo per organizzare e commettere un delitto. Non solo, l’assassino (o gli assassini) doveva avere un’imbarcazione disponibile e doveva essere di corporatura robusta perché Narducci era, a 36 anni, nel pieno del suo vigore fisico, un uomo aitante e muscoloso, e ci sarà voluta molta forza per ucciderlo, se la morte, secondo quanto hanno ipotizzato i medici che hanno eseguito l’autopsia soltanto nel 2002 (dopo 17 anni!) quando è stata aperta l’inchiesta, è (sarebbe) avvenuta per “asfissia meccanica violenta prodotta da costrizione del collo”.
Intanto Peppino, al calar delle tenebre, vede che c’è ancora la moto di Narducci parcheggiata, senza che del medico ci siano notizie, allora, giustamente preoccupato, chiama la famiglia. Si precipita alla darsena il fratello dello scomparso, Pier Luca, anche lui medico, ginecologo, che dà l’allarme e le forze dell’ordine cominciano le ricerche, aiutati da alcuni volontari. Si trova quasi subito la barca, la vede, intorno alle 22, tra le cannine, nella parte nord-ovest dell’Isola Polvese, Ugo Mancinelli, un noto commerciante del luogo, ma del medico nessuna traccia, finché cinque giorni dopo alcuni pescatori, i cugini Baiocco, rinvengono, vicino a Sant’ Arcangelo, il corpo del medico. Con l’aiuto di Aristide Baldassarre, un altro pescatore di Sant’Arcangelo, i carabinieri recuperano il cadavere e lo adagiano sul pontile, coperto con l’impermeabile dello stesso Baldassarre. I pescatori hanno raccontato di aver visto il cadavere leggermente gonfio, completamente vestito, con il giubbino di pelle ancora abbottonato. Quest’ultimo particolare non appare affatto secondario perché una persona che viene strangolata qualche movimento brusco, nel tentativo di divincolarsi lo deve pur fare ed il giubbino, come minimo, si sarebbe sbottonato. Ma ci sono dei dubbi (da parte degli investigatori) sulla vera identità della salma recuperata.
Tutti quelli che l’ hanno vista hanno detto che si trattava, senza ombra di dubbio, di Francesco Narducci. Come facevano a saperlo? E’ possibile che abbiano visto la foto sui giornali ed in televisione nei giorni successivi alla scomparsa, ma alcuni di loro lo conoscevano personalmente, come i Baiocco che l’hanno scoperto in acqua. E poi lo hanno riconosciuto anche il fratello ed il padre. La salma poi viene trasportata nella villa della famiglia a San Feliciano dove, il giorno della scomparsa, il guardiano ha riferito agli inquirenti di aver visto sul tavolo, bene in vista, un foglietto. Un messaggio lasciato dal dottore? Di questo biglietto non si sa nulla, non è stato mai trovato. In quella villa viene fatta - secondo l’ipotesi accusatoria - un’ altra operazione: si sostituisce il cadavere appena pescato, con quello di Narducci , ucciso per strangolamento. Questo perché quello ripescato - sostengono sempre gli inquirenti - non è il corpo di Narducci. Tutti si sono sbagliati, anzi, peggio, hanno detto il falso, perché tutti erano d’accordo per “depistare le indagini”. Questo pensa il magistrato inquirente di Perugia, Giuliano Mignini che segue il filone umbro dell’inchiesta più ampia, sul mostro di Firenze, seguita, nel capoluogo toscano, dal pm Paolo Canessa con il comandante della squadra antimostro della Polizia, Michele Giuttari. Da qui gli avvisi di garanzia: con i familiari di Francesco Narducci, il padre Ugo ed il fratello Pier Luca, sono indagati l’avvocato della famiglia, Alfredo Brizioli, l’ex questore Francesco Trio, l’ex comandante dei carabinieri colonnello Francesco Di Carlo nonché, la dottoressa che quel giorno firmò il certificato di morte, Donatella Seppoloni.
Sono state perquisite le loro abitazioni perché - per l’accusa - fanno tutti parte di “un’associazione a delinquere finalizzata al vilipendio, alla distruzione e all’occultamento di cadavere”. E’ l’ultimo colpo di scena dell’inchiesta perugina. Per tre degli indagati: l’avvocato Brizioli (secondo l’accusa ci sarebbe stato anche, da parte dell’avvocato, un intervento subacqueo nel lago, con muta e pinne, il giorno dopo la scomparsa del medico), l’ex questore Trio e l’ex comandate dei carabinieri di Perugia, Di Carlo, il pm ha chiesto al gip, addirittura l’arresto, che non è stato concesso, ma Mignini ha ripresentato la sua richiesta al Tribunale del riesame, che poi ha deciso di sì solo per l’avvocato Brizioli.
Il magistrato inquirente è fortemente convinto - lo si vede anche dalla tenacia con cui ha condotto le complesse indagini - di un’ipotesi agghiacciante e cioè che tutta l’attività di depistaggio, che avrebbe anche portato alla sostituzione della salma, è dovuta al fatto che Ugo Narducci, il padre del medico morto, era a conoscenza del coinvolgimento del figlio nelle indagini della Procura di Firenze sul mostro e sugli otto duplici delitti legati a quella losca faccenda dei “compagni di merende”, nella quale - si ricorderà - sono stati a vario titolo coinvolti Pietro Pacciani (morto nel ’98, in attesa di processo), Giancarlo Lotti (condannato a 26 anni e deceduto nel 2002) e Mario Vanni (condannato all’ergastolo). Ma questi, secondo quanto sostengono sia il procuratore di Firenze che quello di Perugia, potrebbero essere soltanto gli esecutori, i mandanti dei delitti, che avvennero dal 21 agosto del 1968 al 9 settembre del 1985 (l’ultimo un mese prima della morte di Narducci) sarebbero invece altri, tra cui appunto - sempre secondo gli investigatori - Francesco Narducci e un farmacista di San Casciano, di 63 anni, Francesco Calamandrei. Quest’ultimo, però, è stato processato recentemente ed assolto in primo grado.
Per l’accusa, gli omicidi venivano fatti per poi tagliare con “precisione chirurgica”, probabilmente con un bisturi, il pube delle ragazze e offrirlo a Satana durante le messe nere.
Per questo, per allontanare queste terribili ombre sulla vita segreta del figlio e non coinvolgere la sua famiglia in questa catena di sangue, gli investigatori ritengono che il dottor Ugo Narducci, abbia cercato in tutti i modi di far passare come suicidio quello che invece suicidio non era, e di evitare l’autopsia, contando sul questore Trio, suo carissimo amico, nonché sulle altre amicizie influenti di cui poteva godere, comprese le affiliazioni massoniche.
La salma, dal pontile di Sant’Arcangelo, viene trasportata nella villa, che la famiglia Narducci aveva a San Feliciano, e lì avviene anche lo scambio delle salme. Quella ripescata è di un metro e 72 centimetri mentre Narducci era alto un metro e 80 centimetri. Forti pressioni, per nascondere la verità, ci sarebbero state anche nei confronti di alcuni investigatori. Secondo quanto scrive il dottor Mignini “gli agenti Valerio Pasquini ed Emilia Cataluffi, appartenenti a diversi organi di polizia, dovettero interrompere le indagini per ordini superiori e un ispettore non venne creduto quando riferì il modo in cui si è consumato l’omicidio, per incaprettamento “. L’incaprettamento (per chi non lo sapesse) è un metodo barbaro di uccidere una persona, legandogli i polsi e le caviglie dietro la schiena e facendo passare al tempo stesso la corda intorno al collo, cosicché la vittima, nel tentativo di divincolarsi, si strangola da sola.
Un pescatore di Monte del Lago, uno dei tanti interrogati, pare che abbia riferito proprio questo macabro particolare: di aver visto il dottor Francesco Narducci, il giorno dopo la sua scomparsa, incaprettato sulla spiaggia dell’isola Polvese, che, come abbiamo già detto, dista appena mezzo miglio dalla darsena di Peppino Trovati, da dove era partito, con il suo motoscafo, Francesco Narducci . Ma è compatibile la testimonianza di quest’ultimo pescatore con il corpo ripescato nel lago? Anche perché sarebbe da chiedergli perché non informò subito i carabinieri. Come si vede una storia molto ingarbugliata che rimarrà per sempre un “giallo” .
Il dottor Giuliano Mignini, il pm di Perugia, d’altronde, convinto di trovarsi davanti ad un omicidio, ha lavorato per molti anni, con determinato e scrupoloso impegno a questa ipotesi investigativa, senza però trovare i riscontri e le prove per sostenere l’accusa davanti ai giudici di una Corte d’Assise e così è stato costretto a desistere.
Intanto ai delitti del mostro di Firenze si è appassionato anche Tom Cruise che ha deciso di fare un film, tratto dal romanzo sul mostro, best seller negli Stati Uniti, scritto da Douglas Preston e Mario Spezi, quest’ultimo giornalista de La Nazione, anche lui indagato a Perugia, in carcere per 23 giorni su richiesta di Mignini per “depistaggio delle indagini”.

giovedì 9 ottobre 2008

Intervista a Michael Hess

L’intervista di Michael Hess dell’11 settembre 2001: prova che il NIST ha mentito riguardo a quando lui e Barry Jennings vennero soccorsi
Di David Ray Griffin

http://www.wanttoknow.info/008/hessjenningswtc7explosiontvbroadcast

Subito dopo il primo impatto al World Trade Center, accorso la mattina dell’11 settembre alle 8:46, Michael Hess, consulente legale di New York City, e Barry Jennings, Vice Direttore del dipartimento di servizi di soccorso della New York City Housing Autority, raggiunsero l'OEM EOC (Office of Emergency Management’s Emergency Operating Center), situato al piano 23° del WTC7, dove supponevano che il sindaco Rudy Giuliani si dovesse trovare. Ma quando Hess e Jennings arrivarono, il luogo era vuoto. Jennings allora telefonò qualcuno per chiedere che cosa avrebbero dovuto fare e gli venne detto che sarebbero dovuti andare via immediatamente. Trovando gli ascensori non funzionanti, cominciarono a discendere le scale. Quando raggiunsero il piano 6°, comunque, ci fu una potente esplosione sotto di loro, che, Jennings raccontò agli autori di “Loose Change Final Cut”, [1] aveva causato il cedimento del piano su cui si trovavano. Facendo il loro ritorno al piano 8°, riuscirono a rompere una finestra per chiedere aiuto. Hess più successivamente ha segnalato: “Eravamo intrappolati al piano 8° con fumo, spesso fumo, interamente intorno noi, per circa un ora e mezza [prima] che il corpo dei vigili del fuoco di New York… venne per salvarci.„ [2]



Hess ha rilasciato questa dichiarazione mentre era intervistato da Frank Ucciardo di UPN 9 News “sulla Broadway ad un isolato circa dalla City Hall,” a quasi mezzo miglio dal WTC 7. Questa intervista è iniziata prima di mezzogiorno, molto probabilmente alle 11:34. La conclusione che è iniziata alle 11:34 è basata sull’evidenza derivante da un DVD contenente programmi dell’ UPN 9 di quella mattina, nel quale l'intervista di Hess comincia con il segno del minuto 57. Secondo una nota sul DVD in se, il relativo video è iniziato alle 10:37, il che significherebbe che l'intervista di Hess è iniziata alle 11:34. È possibile, tuttavia, che il video potrebbe realmente essersi avviato alle 11:00. Al contrassegno del minuto 111, il programma dell’UPN 9 si sposta su di una copertura “live” della CNN di una conferenza dei Talibani e l'unico riferimento che abbiamo potuto trovare a questo passaggio indica che è cominciato alle 12:51. [3] Ciò significherebbe che il video è iniziato alle 11:00 e l'intervista di Hess, quindi, alle 11:57. Tuttavia, se il tempo di avviamento sia corretto più ritardato o anticipato, l’UPN 9 News ha iniziato ad intervistare Michael Hess prima di mezzogiorno.

Tuttavia, il NIST, “National Institute of Standards and Technology”, che è stato incaricato di fornire la spiegazione ufficiale del crollo delle torri gemelle e del WTC 7, ha sostenuto che i due uomini sono stati salvati tra le 12:10 e le 12:15 PM.[4] Perché avrebbe assunto queste posizioni il NIST? Il motivo diventa evidente nella dichiarazione di un altro documento del NIST riguardante Hess e Jennings, che comincia:

“"Con il crollo delle due torri, un impiegato di New York City e una persona del personale dell’edifico del WTC 7 sono stato intrappolati all'interno di WTC 7. I due erano andati al centro operativo dell'OEM al piano 23° senza trovarvi nessuno. Come entrarono in un ascensore per scendere, le luci all'interno di WTC 7 ebbero degli scatti come WTC2 crollò. A questo punto, l'elevatore che stavano tentando di usare smise di funzionare, in modo da discendere per le scale.”” [5]

Secondo il NIST, quindi, Hess e Jennings, individuando il centro dell’OEM deserto, iniziarono a discendere subito dopo il 9:59, quando la seconda torre collassò. Era stato questo crollo, suggerisce il NIST, che fù responsabile del mancato funzionamento dell’ascensore.

Come abbiamo visto prima, tuttavia, Jennings ha detto che arrivarono al centro dell'OEM poco tempo dopo l’impatto alla torre nord, quindi intorno alle 9:00. Ha aggiunto, infatti, che ha dovuto essere al 23° piano “quando il secondo aereo ha colpito„ (che era alle 9:03[“when the second plane hit”]). [6] Oltre a contraddire la testimonianza di Jennings su quel punto, il resoconto del NIST ha continuato a dire:
"Quando raggiunsero il piano 6°, WTC 1 [la torre nord] crollò, le luci saltarono nella scala, gli spruzzatori [sprinklers] funzionarono brevemente e la scala si riempì di fumo e di residui. I due uomini ritornarono al piano 8° rompendo una finestra per chiedere aiuto." [7]

Secondo il NIST, quindi, ciò che Hess e Jennings hanno scambiato essere un'esplosione in WTC 7 era semplicemente [really just] un effetto del crollo della torre nord. Quel crollo si è presentato alle 10:28. Di conseguenza, se i due uomini allora sono stati bloccati per circa 90 minuti prima che fossero salvati, questo salvataggio sarebbe dovuto avvenire a mezzogiorno circa --- quindi l’assunto del NIST secondo cui sarebbero stati salvati “tra le 12:10 e le 12:15 PM.”

La cronologia del NIST è chiaramente incoerente. Sostenendo che Hess e Jennings iniziarono a discendere le scale dopo il malfunzionamento dell’ascensore a seguito del crollo della torre sud, il NIST implica che per discendere dal piano 23° al 6°, abbia richiesto loro 29 minuti---dal 9:59 al 10:28---.

La cronologia del NIST inoltre è direttamente contraddetta dalla testimonianza di Jennings, che riporta: “Dopo aver raggiunto il piano 8° tutto era buio. [B] le costruzioni ancora erano in piedi. Poiché ho osservato… da una parte, osservato dall’altra… entrambe le costruzioni erano ancora in piedi” [8]

La prova più forte contro la cronologia del NIST, tuttavia, è l’intervista di Hess all’ UPN 9 News. I difensori della “versione ufficiale”, secondo cui non c’erano esplosioni in WTC 7, vorrebbero sfidare la verità della testimonianza di Jennings. Ma se Hess stava rilasciando un'intervista quasi un miglio mezzo di distanza prima di mezzogiorno, la cronologia del NIST, secondo cui i due uomini non sono stati salvati fino a dopo mezzogiorno, è confutata obiettivamente. Questo è il caso sia se accettiamo l’orario delle 11:34 o quello delle 11:57 come incipit di questa intervista.

Dato il fatto che l'intervista si è effettuata a quasi mezzo miglio di distanza dal WTC, probabilmente avrebbe richiesto a Hess almeno una mezz’ora per arrivare dopo che venne salvato (certamente avrebbe comunicato con pompieri ed altri funzionari circa l’ardua prova prima del salvataggio). Così se l'intervista fosse cominciata alle 11:34, lui e Jennings sarebbero stati salvati prima delle 11:05. Se l'intervista fosse cominciata alle 11:57, sarebbero stati salvati prima delle 11:30. (Nota: Griffin qui non lo riporta ma Jennings, allorchè venne salvato, non riusciva a camminare tanto che il soccorritore lo spronò ad allontanarsi in qualsiasi modo rapidamente in quanto erano state rilevate esplosioni all’interno dell’edificio…)

In ogni caso, la spiegazione del NIST, per l'evento cui Hess e Jennings hanno assistito essere un'esplosione voluminosa in WTC 7, è confutata. Se i due uomini siano stati salvati prima delle 11:05 dopo essere rimasti bloccati, poichè Hess ha detto, per circa 90 minuti, l'evento deve accadere prima delle 9:35. Anche se non fossero stati salvati fino alle 11:30, l'evento deve accadere almeno dalle 10:00. Nell’uno o nell’altro caso, l'evento non potrebbe essere il crollo della torre nord, che non è accorso fino alle 10:28.

Ciò detto, sostengo i tempi più in anticipo ---11: 34 per l’inizio dell'intervista di Hess, delle 11:05 o più presto per il salvataggio e le 9:35 o più presto per l'esplosione---per tre motivi. In primo luogo, la nota sul DVD dice che il video è iniziato alle 11:34. In secondo luogo, il resoconto da parte di Hess e Jennings suggerisce che abbiano raggiunto il piano 6°, in cui il pavimento ha ceduto sotto di loro, alle 9:15 circa. In terzo luogo, mentre i tempi ritardati suggerirebbero che questo evento si presentasse intorno alle 10:00, Jennings ha dichiarato, come abbiamo visto, che dopo che l'esplosione accadde e lui ed Hess ritornarono al piano 8°, la torre sud, che è crollata alla 9:59, ancora era in piedi.

Come ho precisato “The New Pearl Harbor Revisited”, uno speciale della BBC sul WTC 7 andato in onda il 6 luglio 2008 (“The Conspiracy Files: 9/11--La terza torre"), la testimonianza di Jennings è stata distorta. Anche se evidentemente [Barry Jennings] ha raccontato all'intervistatore della BBC la stessa storia che prima aveva raccontato agli autori di “Loose Change – Final Cut”, la BBC ha disposto la sua testimonianza all'interno della cronologia suggerita dal NIST. Così, dopo l’aver girato il video in cui Jennings ha descritto un'esplosione voluminosa in WTC 7 (probabilmente avvenuta alle 9:15 circa), la BBC dice: “Alle 10:28, la torre nord collassa… La torre 7 viene colpita direttamente… La prova iniziale degli esplosivi erano semplicemente i residui di un grattacielo in caduta.” [9]

Tuttavia, Jennings non sarà fisicamente [apparently] a disposizione per correggere tali affermazioni. Jennings, 53 anni, è morto evidentemente nell'agosto 2008, soltanto alcuni giorni prima che il NIST ha pubblicato il relativo rapporto sul WTC7. [10]

In ogni caso, l’intervista di Hess dell’UPN 9 News, è pubblicamente disponibile. Grazie a Dylan Avery, che ha fatto una copia di questa disponibile, e Fred Burks, che l’ha pubblicata su “The Transformation Team”.

NOTES

[1] questa intervista non è inclusa in “Loose Change Final Cut” come da richiesta di Jennings, che dopo che morì, disse, che ricevette pressioni per il suo lavoro. Ma dopo che Jennings partecipò al documentario della BBC sul WTC 7 (“The Conspiracy Files: 9/11--The Third Tower”), Dylan Avery, che condusse l’intervista, la mise su Internet: “Barry Jennings Uncut,” Loose Change 911, luglio 9, 2008 (http://www.loosechange911.com/blog/?p=105). Il termine “uncut” in quel titolo allude al fatto che estratti di questa intervista erano già disponibili perché postati su internet. L’intervista è anche inclusa nel video “Fabled Enemies”, prodotto da Jason Bermas, un altro membro del “Loose Change team”.

[2] per la documentazione delle informazioni di cui è provvisto l’articolo, vedi Capitolo 1 del libro di David Ray Griffin, The New Pearl Harbor Revisited: 9/11, the Cover-Up, and the Exposé (Northampton: Olive Branch, 2008), 45-48.

[3] Michael Ventura, “9/11: American Ungoverned” (http://www.austinchronicle.com/gyrobase/Issue/column?oid=oid%3A83213).

[4] NIST, Appendix L: Interim Report on WTC 7 (http://wtc.nist.gov/progress_report_june04/appendixl.pdf), L-18. Nessuna fonte citata per quest’affermazione.

[5] NIST NCSTAR 1-8, Federal Building and Fire Safety Investigation of the World Trade Center Disaster: The Emergency Response Operations (http://wtc.nist.gov/NISTNCSTAR1-8.pdf), Section 5.9.

[6] Ripresa da Griffin, The New Pearl Harbor Revisited, 46.

[7] NIST NCSTAR 1-8: Section 5.9

[8] Quoted in Griffin, The New Pearl Harbor Revisited, 46.

[9] Ibid., 276-77 n184.

[10] Aaron Dykes, “Key Witness to WTC 7 Explosions Dead at 53,” Infowars.com, September 16, 2008 (http://www.infowars.com/?p=4602).

mercoledì 8 ottobre 2008

Risposta al NIST

Traduzione effettuata a cura di 6 utenti del sito www.luogocomune.net dell'articolo:

Scientists, Scholars, Architects & Engineers respond to NIST
http://www.911blogger.com/node/17794


[SHM]
15 settembre 2008

Re: Commenti pubblici sui prospetti dei rapporti riguardanti WTC7

Caro Mr. Cauffman,

Scrivo a nome di un gruppo di scienziati, studenti, ingegneri e professionisti di costruzioni dedicatisi alla ricerca scientifica riguardante la distruzione di tutti e tre gli edifici (WTC1 WTC2 WTC7) l’11 settembre 2001. Abbiamo esaminato i prospetti dei rapporti recentemente rilasciati dal NIST che pretendono di spiegare il crollo dell’edificio WTC 7 (collettivamente qui sotto riferito a come “il rapporto"). Abbiamo trovato molte parti che devono essere modificate e riesaminate dal personale del NIST prima che venga rilasciata una relazione finale su questa materia. Abbiamo fornito i nostri nomi ed affiliazioni alla fine di questo documento, in conformità alla guida di riferimento per la presentazione delle osservazioni promulgate dal NIST a (http://wtc.nist.gov/media/comments2008.html)

All’inizio, avremmo voluto richiamare l’attenzione verso il fatto che richiedessimo una ragionevole estensione di tempo affinché il pubblico potesse inviare le proprie osservazioni. Dato la progressione con cui stavamo trovando dichiarazioni errate o contraddittorie nel rapporto, probabilmente avremmo riscontrato che, in molte altre parti, il NIST deve riesaminarlo, prima della pubblicazione della relazione finale. Come abbiamo precisato nella nostra corrispondenza originale chiedendovi l'estensione [di tempo], la scadenza originale di tre settimane era completamente irragionevole. In primo luogo, ha richiesto al NIST più di tre anni per compilare questo rapporto di più di 1000 pagine. Perché, allora, ai membri del pubblico sono state concesse soltanto tre settimane per commentare? Inoltre, il NIST conta dieci autori e dozzine di persone a contratto impiegate e occupate, che nella ricerca triennale renderebbero in qualche modo una prossimità di 200.000 ore di lavoro. Come ha fatto il NIST ad aspettarsi dai membri del pubblico un incontro o persino un avvicinamento, alla dispersione di lavoro del NIST, in tre settimane? Questo primo motivo da solo era sufficiente per autorizzare un'estensione significativa della scadenza per il commento pubblico.

Secondo, nella pagina delle FAQ del NIST (http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/wtc_qa_082108.html),
il NIST ha tentato di confutare molti dei punti che i membri del nostro gruppo ed altri, hanno questionato per quanto riguarda la distruzione di WTC 7. Tuttavia, il NIST non ha fornito alcuni riferimenti, alle sezioni del rapporto, che sostengono le relative confutazioni presunte. Come può essere, quindi, in grado, un membro del pubblico, di verificare la confutazione del NIST senza la lettura dell'intero rapporto di oltre 1000 pagine? Le nostre osservazioni sono dirette verso molte delle zone indirizzate nella pagina di "Domande e risposte" (FAQ) e, senza citazioni direttamente al rapporto in se, è stato estremamente difficoltoso e ha richiesto un dispendio di tempo per noi verificare se le nostre critiche principali della teoria del NIST del crollo sono state soddisfatte adeguatamente nel rapporto. Ciò è particolarmente vero alla luce del fatto che quest’ultimo prospetto del rapporto è la terza differente storia che il NIST ha fornito.

La vostra risposta alla nostra richiesta era distante, basata soprattutto sulla vostra credenza che un periodo di sei settimane di commento sul rapporto del NIST delle 10.000 pagine pubblicato per le torri gemelle era ragionevole. Inoltre non avete visto nessun problema nel fallimento del NIST di fornire alcun riferimento in relazione alla stessa pagina di domande e risposte al rapporto delle 1000 pagine, soddisfatto apparentemente con il NIST che commette l'errore logico di appello all'autorità. Come evidentemente appare ora che la vostra posizione in questa materia può essere vista niente di meno che come un tentativo intenzionale di bloccare la capacità del pubblico di esaminare e commentare il lavoro del NIST in quest’area estremamente importante della ricerca.

Tuttavia, siamo riusciti a impiegare un certo tempo per la lettura e l’analisi del rapporto e abbiamo trovato già numerosi problemi che insidiano severamente la relativa veridicità ed adeguatezza. Le nostre osservazioni sul rapporto sono dettagliate sotto. Si noti che abbiamo declinato l'invito del NIST a commentare soltanto il resoconto sommario, NCSTAR 1A. Queste osservazioni sono tutte per quanto riguarda il documento più dettagliato del NCSTAR 1-9. Naturalmente, una volta che NCSTAR 1-9 è modificato secondo queste osservazioni, il resoconto sommario NCSTAR 1A dovrà pure essere modificato.

Sulla base delle nostre osservazioni qui sotto, risulta immediatamente evidente che la spiegazione di crollo del NIST conta solamente sui modelli elaborati da calcolatori estremamente sospetti. Ancora, ad ogni giuntura dove al NIST è stata data l'occasione d’inserire i dati di input in ogni modello successivo, il NIST ha scelto di usare quegli input che causerebbero le più alte temperature e la maggior parte della quantità di danno strutturale. Di conseguenza, i mittenti di questi commenti con ciò chiedono al NIST di rilasciare pubblicamente i relativi modelli e dati di modellistica in uso così da potere inoltre provare più ragionevolmente, i membri della comunità scientifica, i presupposti provocanti il crollo globale della struttura. Dopo tutto, un'ipotesi scientifica non può ampiamente essere accettata a meno che sia ripetibile da altri.

[b]Capitolo 9: simulazione incendi[/b]

Contraddizioni tra le simulazioni d’incendio al piano 12° e altre evidenze

La figura 9-11 da NCSTAR 1-9 (pagina 383) descrive le temperature superiori degli strati d'aria della simulazione d’incendio al 12° piano. Come si può riscontrare, incendi rilevanti sono presenti attraverso almeno la metà del fronte nord della costruzione alle 5:00 pm.

Questa parte della simulazione d’incendio presenta due problemi. In primo luogo, contraddice un rapporto iniziale pubblicato dal NIST per quanto riguarda i fuochi al 12° piano. In secondo luogo, contraddice la propria evidenza fotografica, del NIST, sull'attività dell’incendio al 12° piano.

L'appendice L, del giugno 2004, “relazione sullo stato di avanzamento del NIST sulla costruzione e le indagini federali di protezione antincendio del World Trade Center„ del NIST contiene la “relazione provvisoria su WTC 7” (vedi: http://wtc.nist.gov/progress_report_june04/appendixl.pdf). Alla pagina L-26 di questo rapporto provvisorio, il NIST afferma che “intorno alle 4:45, una fotografia mostra incendi ai piani 7-8-9 e 11 vicino alla metà della facciata Nord; il piano 12° aveva smesso di bruciare da quel momento.

MOTIVO DEL COMMENTO: Il contrasto fra l'asserzione anteriore del NIST che il 12° piano aveva smesso di bruciare alle 4:45 pm, e l’attuale modello elaborato al computer del NIST, che mostra un inferno infuriante alle 5:00 pm, non potrebbe essere più apparente. Questa discrepanza mette in dubbio la veridicità del rapporto.

REVISIONE SUGGERITA: questa discrepanza deve essere riconosciuta ed essere spiegata nel rapporto. Inoltre, le prove fotografiche o altre visibili del NIST contano sul fatto che, nella relativa dichiarazione dell'appendice L, il 12° piano aveva smesso di bruciare alle 4:45 pm devono essere incluse nella versione definitiva del relativo rapporto.

COMMENTO: Per sostenere l'asserzione del NIST che fosse effettivamente presente un incendio al 12° piano alle 5:00 pm, il NIST ha fornito una singola fotografia “da una fonte sconosciuta” (figura 5-152, NCSTAR 1-9, P. 237), che presumibilmente è stata presa intorno alle 5:00 pm e mostra il fuoco nelle due finestre comprese nell'angolo di nord-ovest. Il NIST afferma di aver determinato che questa fotografia è stata scattata approssimativamente al 5:00 pm, con un margine di errore di “almeno 10 minuti”, usando l'analisi dell'ombra.

MOTIVO PER IL COMMENTO: Troviamo improbabile che il NIST possa valutare l’orario della fotografia presa dalla “fonte sconosciuta”, nella figura 5-152, con tale esattezza.

REVISIONE SUGGERITA: Il NIST deve spiegare come poteva valutare il tempo della fotografia, usando l'analisi dell'ombra, con un margine di errore anche vicino a 10 minuti.

COMMENTO: Il seguente grafico è stralciato dalla figura 9-11 e pretende di descrivere la condizione degli incendi al 12° piano del WTC 7 alle 5:00 pm:

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Come si può notare, questo grafico descrive gli incendi infurianti attraverso almeno la metà del fronte nord della costruzione. Tuttavia, in confronto alla figura 5-152, che mostra soltanto un piccolo fuoco nell'angolo estremo di nord-ovest, il modello elaborato dal calcolatore non è chiaramente rappresentante della realtà.

MOTIVO PER IL COMMENTO: Sembra che le simulazioni d’incendio al computer del NIST non siano rappresentative di tutti i fuochi realmente accaduti nel WTC 7.

REVISIONE SUGGERITA: Il NIST deve descrivere perché (supponendo che la figura 5-152 descriva esattamente gli incendi del 12° piano intorno alle 5:00 pm) i modelli elaborati dal calcolatore mostrano incendi significativi attraverso almeno la metà del lato nord della costruzione alle 5:00 pm. Il NIST dovrebbe spiegare chiaramente perché i relativi modelli di simulazione d’incendio del 12° piano dovrebbero essere accettati dal pubblico a rappresentazione esatta dei fuochi realmente accaduti in WTC 7.

È presentato esclusivamente da Chris Sarns e da Richard Gage un grafico che paragona i dati dell’incendio del 12° piano del modello elaborato dal calcolatore del NIST e le immagini reali dei fuochi al WTC 7. È allegato come “esposizione A”. Presentano un’immagine più realistica di ciò che un modello, elaborato dal calcolatore, per i fuochi del 12° piano, dovrebbe mostrare se fosse in accordo con la prova visiva disponibile. Il NIST dovrebbe prendere in considerazione ciò allorchè rifaranno i loro modelli elaborati dal calcolatore basati su queste osservazioni pubbliche e modificare il loro rapporto per usare i modelli elaborati dal calcolatore che sono più rappresentativi della realtà, ciò rappresenterebbe meglio le ricostruzioni contenute.

Carico del carburante combustibile sui piani 11 e 12

COMMENTO: Questo commento si riferisce ai presupposti del NIST per quanto riguarda il carico del carburante combustibile all’11° e 12° piano. In NCSTAR 1-9, alla Pagina 375 (paragrafo 1, sent.[?] 7-9) il NIST attesta:

""Il NIST ritiene che la massa combustibile di mobilia fosse quasi uguale in un ufficio quanto in un cubicolo. Poiché il carico di altri combustibili è stato segnalato essere elevato al piano 11° e 12° (capitolo 3), il NIST ha supposto che la massa combustibile totale in un ufficio era doppia rispetto a quella di un cubicolo. Quindi, il carico di carburante combustibile medio all’11° e 12° piano è stato valutato come 32kg/m2.""

Tuttavia, il capitolo 3 ci dice che, al contrario delle asserzioni nel capitolo 9 del NIST, il carico di altri combustibili non è riportato risultante elevato al piano 11° e 12°. Alla pagina 55 (paragrafo 6, sent. 1) del NCSTAR 1-9, il NIST segnala che la Commissione delle Operazioni di Borsa degli Stati Uniti ha occupato i piani 11° e 12° ed il lato nord del piano 13°. Alla pagina 56 (paragrafo 1, sent. 1) il NIST aggiunge ulteriormente che American Express ha occupato il settore di sud-ovest del piano 13°. Alla stessa pagina, il NIST segnala che “il carico combustibile negli uffici è stato descritto come elevato dai responsabili di American Express intervistati” (NCSTAR 1-9, P. 56, paragrafo 4, trasmesso. 3)

MOTIVO PER IL COMMENTO: rammentando che American Express ha occupato soltanto il settore di sud-ovest del piano 13°. Come, allora, può il NIST sostenere credibilmente che il carico combustibile sia stato segnalato essere elevato, sulla totalità del piano 11° e 12°, entrambi occupati solamente dalla SEC,? Era stato accordato (given) libero accesso, ai responsabili di American Express, negli uffici della SEC, tale che renderli qualificati nel commentare il carico combustibile? Inoltre, i dirigenti di American Express sono qualificati per esprimere un’opinione sulla quantità di carico combustibile rispetto agli uffici nelle torri gemelle?

REVISIONE SUGGERITA: Il personale di American Express è chiaramente competente per fornire soltanto informazioni sulla condizione degli uffici di American Express, limitati al settore di sud-ovest del piano 13°. Il NIST deve fornire il supporto reale per la relativa asserzione che il carico combustibile al piano 11° e 12° fosse elevato per conseguire ogni aumento nel carico combustibile medio valutato su questi piani. Se non può fornire tale supporto, dovrebbe rifare i relativi modelli elaborati dal calcolatore con il carico combustibile più basso su questi piani e segnalare quei risultati alla comunità scientifica ed al pubblico americano.

[MEMPHISX]

Carico del combustibile al piano 13

COMMENTO: Questo commento riguarda il trattamento del NIST riguardo il carico del combustibile al tredicesimo piano. A pagina 375 del NCSTAR 1-9 (paragrafo 1, sent. 8, 9), il NIST dice: “La densità del combustibile sul tredicesimo era varia e non conosciuta. Il valore [per il tredicesimo piano] è stato dato per scontato che fosse lo stesso del dodicesimo piano.” Anche qui, l'unica descrizione del carico al piano 13 era riportata dai managers dell'American Express, i quali avevano la competenza necessaria solo per commentare sul settore sud-ovest del tredicesimo piano. Nel capitolo 3 del NCSTAR 1-9, pagina 57 (paragrafo 2, sent. 2, 3), il NIST riporta, che nel perimetro della sezione nord occupata dal SEC, del tredicesimo piano, erano presenti “una sala udienze e molte stanze di testimoni affacciate ad essa. C'erano altre stanze di testimoni nella porzione nord delle parti est ed ovest del piano, e una camera di immagazzinamento nell'angolo più a nord.”

Dettaglio importante, il NIST riporta: “le stanze dei testimoni erano scarsamente ammobiliate, con un solo tavolo, ed un paio di sedie.” (NCSTAR 1-9, p. 57, paragrafo 2, sent. 4) Più avanti, un esame dello schema del tredicesimo piano (Figure 3-8, p. 57) rivela che la sala udienze appariva simile ad un'aula di tribunale. Queste ultime sono anch'esse scarsamente arredate, con pochi tavoli e sedie. Concludendo, è opinabile che ci fosse abbastanza combustibile presente.

RAGIONE DEL COMMENTO: Il NIST ha sorvolato sul carico del carburante al tredicesimo piano.

REVISIONE CONSIGLIATA: Il NIST deve giustificare l'uso dell'alto carico di combustibile sul piano 13 nel capitolo 9 del Report, con qualcosa di più di vage asserzioni. Il NIST ha mostrato molta più documentazione riguardanti il layout ed il componimento del piano 13, come riportato nel capitolo 3, di quanto abbia scritto nel capitolo 9. Questa discrepanza dev'essere riconcigliata.
[NoteDelTraduttore: qua sensitivity è tradotto con sensibilità]

Test sulla sensibilità del carico del combustibile

COMMENTO: Il NIST dichiara di aver fatto questi test sulla sensibilità per determinare dove questi sorbitanti carichi di carburante hanno condizionato il risultato della simulazione. Comunque, il fatto che il NIST abbia fatto questi test, ci porta alla domanda del perché il NIST sia incappato nel problema di aumentare il carico del carburante, nel caso fosse trascurabile nella simulazione. A parte ciò, il capitolo 9 contiene elementi che contraddicono direttamente il risultato di questi presunti test.

A pagina 381 del NCSTAR 1-9 (paragrafo 3, sent. 3), il NIST dichiara apertamente, che nella sua imulazione col fuoco per il dodicesimo piano, “si espandeva ad una velocità da un terzo a un mezzo minore di quella dei piani sottostanti, a causa del maggiore carico del carburante.” Il NIST riporta che il tempo che la facciata nord ci ha messo a bruciare; nella simulazione è più lungo, che nell'evidenza visiva. (NCSTAR 1-9, p. 381, paragrafo 3, sent. 4) Il NIST rigetta la possibilità che questo sia dovuto al carico del combustibile troppo alto, a causa dei test sulla sensibilità, nella sezione 9.3.3. (paragrafo 3, sent. 4-8)

Nella sezione 9.3.3, troviamo i test sulla sensibilità. Qua, il NIST riporta, che raddoppiare il carico del arburante sull'ottavo piano, risulta nel movimento del fuoco, distintamente più lento, che nell'evidenza visiva. (NCSTAR 1-9, p. 382, paragrafo 5, sent. 1-3) In modo confuso, il NIST riporta che diminuendo il carico di un terzo sul dodicesimo piano “mostra piccoli effetti sul grado di progressione del fuoco.” (Id., paragrafo 6, sent. 1-3)

RAGIONE DEL COMMENTO: La contraddittoria dichiarazione del NIST, pone la domanda del perché ridurre il carico di un terzo sul dodicesimo piano non dovrebbe mostrare nessun cambiamento sul grado di progressione del fuoco, quando raddoppiando il carico del carburante sull'ottavo piano risulterebbe in un grosso cambiamento.

REVISIONE CONSIGLIATA: Il NIST dovrebbe spiegare attentamente quali fossero le differenze nella progressione del fuoco in ogni caso e lasciare il pubblico a giudicare se l'effetto fosse piccolo. Più mportante, comunque, è la contraddizione tra la dichiarazione del NIST “il fattore di progressione era circa un terzo, un mezzo più lento dei due piani sottostanti, a causa dell'alto carico del carburante” (NCSTAR 1-9, p. 381, paragrafo 3, sent. 3) e, come dichiarato dal NIST, il fatto che diminuire il carico di carburante di un valore minore o uguale a quello dei piani sottostanti “mostri piccoli effetti sul fattore di progressione del fuoco.” (NCSTAR 1-9, p. 382, para. 6, sent. 1-3) Sicuramente il NIST si è accorto di questa contraddizione. A pagina 381, viene riportato che un maggiore carico di carburante diminuisce la velocità di progressione del fuoco. A pagina 382, viene riportato che un minore carico di carburante, non accelera il fattore di progressione del fuoco. Questa contraddizione deve essere chiarita.

Simulazione d'incendio per i piani 11 e 13

Il NIST ha utilizzato i dati generati dalla simulazione dell'incendio al 12° piano, per i piani 11 e 13. (NCSTAR 1-9, p. 382, paragrafo 1, 3) La simulazione per il 13° piano ha utilizzato i dati di quella al 12° piano, ritardati di un'ora e mezza, perché l'evidenza visiva mostrava che l'incendio al 13° ha seguito quello al 12° (Id., paragrafo 3, sent. 5) La simulazione all'undicesimo piano ha utilizzato i risultati della precedente simulazione al 12°, con un ritardo di un'ora; nonostante l'evidenza visiva indicava che l'incendio fosse in ritardo di un'ora e mezza. (NCSTAR 1-9, p. 382, para. 1, sent. 5)

COMMENTO: Questo nostro primo commento riguarda semplicemente la discrepanza tra l'evidenza visiva dell'incendio all'undicesimo piano in ritardo di 1.5 ore rispetto a quello al dodicesimo e il medesimo incendio, in ritardo di un'ora, nella simulazione.

RAGIONE DEL COMMENTO: Questo rappresenta un'altra discrepanza nel Report che deve essere chiarita.

REVISIONE CONSIGLIATA: Il NIST deve spiegare perché l'esperienza visiva non è stata utilizzata come input, all'undicesimo piano, quando è, invece, stata utilizzata come input nel caso del 13° piano. I modelli al computer dovrebbero essere riavviati con il ritardo, all'undicesimo piano, di 1.5 ore, non 1 ora, ed il risultato riportato correttamente.

COMMENTO: Il nostro secondo commento concerne sia gli incendi al piano 11, che quelli al piano 13. Come abbiamo dimostrato sopra, la simulazione d'incendio al piano 12 non è rappresentativa dei fatti, e ha grossolanamente esagerato l'incendio presente. Utilizzando la usa esagerata sopravvalutazione dei dati dell'incendio al piano 12, utilizzati nei piani 11 e 13, ha aumentato l'errore di tre volte.

RAGIONE DEL COMMENTO: Triplicando un ovvio errore, i risultati di tutti i modelli, al computer, conseguenti, sono riportati all'attenzione.

REVISIONE CONSIGLIATA: I modelli al computer dovrebbero essere riavviati per il piano 12 utilizzando scenari più realistici, e se il NIST può ancora giustificare l'utilizzo dei dati del 12° piano, sui piani 11 e 13, dovrebbe utilizzarli in modo più realistico su tutti e due i piani. Il risultato dovrebbe essere riportato correttamente.

COMMENTO: Il nostro terzo commento concerne la propagazione dell'errore, utilizzando solamente un modello al computer. A pagina 382 del NCSTAR 1-9 (paragrafo 1-3, ultimo sentore), il NIST concorda che il suo modello al computer per gli incendi ai piani 13 e 11 “potrebbe aver esagerato la quantità di calore sul lato nord del piano.”

RAGIONE DEL COMMENTO E REVISIONE CONSIGLIATA: Per rendere pubblico il documento, il NIST deve spiegare come un possibile errore, nella sovrastima del calore, condizionerebbe tutti i conseguenti modelli al computer, e come codesto errore di propagazione condizionerebbe l'affidabilità del risultato finale. Il Report dovrebbe essere rivisitato per includere codesta analisi dell'errore di propagazione.

[SERTES]

Sezione 11.4 - Risposta strutturale agli incendi del Caso B e Caso C

COMMENTO: Nella Sezione 11.4 (NCSTAR 1-9, pagine 523-532) il NIST esegue una comparazione della risposta strutturale dei piani inferiori del WTC 7 agli scenari d'incendio del Caso B e Caso C. Il Caso B utilizza temperature che erano il 10% più alte del Caso A, mentre il Caso C utilizza temperature che erano il 10% più basse del Caso A. Nessuna analisi della risposta strutturale è mostrata o discussa per il Caso A.

Alla pagina 533 del NCSTAR 1-9 (paragrafo 1, frase 1) il NIST scrive una asserzione non motivata che "la comparazione dei risultati del Caso B e Caso C alla quarta ora (Sezione 11.3.3) mostra che la risposta strutturale del Caso C sarebbe praticamente identica alla risposta strutturale del Caso B agli orari tra 4.0 ore e 4.5 ore." Tuttavia, se leggiamo la Sezione 11.3.3 vediamo che l'analisi della risposta strutturale del Caso C non è stata portata fino alle 4.5 ore.
Invece, vediamo che la risposta del Caso C a 4.0 ore era in qualche modo simile alla risposta del Caso B a 3.5 ore. Il NIST deve spiegare come ha estrapolato il danno del Caso C alle 4.5 ore, quando stava usando temperature più basse nel Caso C rispetto al Caso B.

Inoltre, nessuna analisi dettagliata è mostrata per le temperature del Caso A. Il NIST deve includere questi dati generati dalle temperature del Caso A nel suo Report in modo che il pubblico possa determinare in modo indipendente se i profili del Caso A possano essere usati o meno nei susseguenti modelli LS-DYNA.

MOTIVO PER IL COMMENTO: Molto importante è il fatto che il NIST utilizzi la risposta strutturale solo delle temperature del Caso B nei successivi modelli LS-DYNA e ciò rappresenta l'ennesimo esempio di come il NIST scelga dati di input che porterebbero a sovrastimare le temperature e il danno strutturale causato durante gli incendi del WTC 7. Noi abbiamo spiegato sopra come il NIST abbia fatto questo prima, rispetto ad una notevole sovrastima di quantità di combustibili nei piani 11, 12 e 13. Questi sono proprio i piani in cui nel modello scatola nera del NIST il danno causato era il maggiore. Perchè il NIST non ha usato le riposte strutturali del Caso A e Caso C nel suo modello LS-DYNA? Oppure, se l'hanno fatto, perchè non hanno incluso i risultati nel modello?

CORREZIONE SUGGERITA: Il report finale deve essere rivisto per correggere questo errore. Se le risposte strutturali del Caso A e Caso C non sono mai state usate nel modello LS-DYNA, i modelli devono essere ri-eseguiti e i sisultati mostrati alla comunità scientifica e al popolo Americano. Questo è specialmente vero alla luce del fatto che le 3.5 ore della risposta strutturale del Caso B non causano un crollo completo nel modello LS-DYNA.

[b]Capitolo 12: Analisi del crollo completo WTC[/b]

Sezione 12.5.3 - Durata del Crollo

COMMENTO: Questo commento concerne la stima del NIST del tempo che ha richiesto alla struttura del WTC 7 per crollare. Specificatamente, questo concerne la comparazione del NIST tra la durata di discesa reale ed la durata di un ipotetica caduta libera. (NCSTAR 1-9, p. 595; NCSTAR 1A, p. 40-41).
In pratica, il NIST ha preso due punti chiave, e assunto una accelerazione costante durante il crollo (Id.)
Il primo dei due punti chiave sarebbe preso al momento in cui la cima del parapetto sul tetto della facciata nord ha iniziato a scendere. Il secondo punto chiave sarebbe stato preso nel momento in cui il tetto non è più visibile nella Telecamera 3. Il NIST asserisce che il tempo necessario per far cadere il palazzo in questi 242 piedi (74 metri) è 5,4 secondi, più o meno 0,1 secondi. Nessun grafico o supporto visivo è fornito per questa stima.

MOTIVO PER IL COMMENTO: I membri di questo gruppo hanno condotto un analisi indipendente delle riprese della Telecamera 3 e sono arrivati ad una conclusione completamente differente riguardo le durate dei crolli. La nostra analisi è stata fatta su una base fotogramma-per-fotogramma usando un frame rate di 29.97 fotogrammi per secondo. Come mostrato nell'immagine sottostante, la nostra analisi ha concluso che siano richiesti 3,97 secondi per far scendere la cima del palazzo fuori dalla visuale della Telecamera 3. Questa durata è praticamente identica alla durata di una caduta libera.

CORREZIONE SUGGERITA: Il NIST deve correggere il suo Report per mostrare gli esatti fotogrammi che ha usato dalla Telecamera 3 per determinare il tempo necessario al tetto per sparire fuori dalla visuale. 5,4 secondi pare essere una notevole sovrastima. I fotogrammi che abbiamo usato nella nostra analisi sono mostrati sotto (tempo "t + X secondi" è riferito agli orari forniti dal NIST nell'appendice L, Tabella L-1) assieme ad una analisi grafica di come abbiamo determinato quale fotogramma rappresentava l'inizio del crollo completo:

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I membri di questo gruppo hanno utilizzato il software Physics Toolkit per raffrontare su un grafico Velocità e Tempo di Crollo usando punti chiave raccolti durante l'intero crollo dalla vista che il NIST chiama Telecamera 2. Questo grafico è riprodotto sotto e fornisce una vista molto più dettagliata della dinamica del crollo del WTC 7 rispetto a quella fornita dall'analisi del NIST basata su due punti chiave. E' stato anche incluso nel grafico una regressione lineare per circa 2,6 secondi del crollo che sembrano avere una accelerazione costante. Come può essere visto, la pendenza (accelerazione) durante questa porzione del crollo è stata approssimativamete costante a circa 9,8m/s/s, ovvero accelerazione di gravità con poca o nessuna resistenza sotto. Il valore "radice quadrata di r" per questa regressione lineare è 0,9931 - un ottima . Questo mostra chiaramente che il NIST è stato estremamente fuorviante nel riportare al pubblico che la struttura non è scesa a velocità di caduta libera, specialmente date le implicazioni di questa caratteristica documentata della distruzione del WTC 7.

[JAVASETH]

Colonne esterne e traverse rigide del piano “perfettamente fissate”.

COMMENTO: A pagina 350 del NCSTAR 1.9 (paragrafo 2) le colonne esterne e la colonna 44 sono state modellate come "perfettamente fissate" in un certo numero di punti durante l'analisi agli elementi finiti dell’angolo nord-est del palazzo. Questo modello computerizzato è teso a dimostrare che l'espansione termica può provocare la disconnessione della trave dalla Colonna 79. Ovviamente, se le traverse si sono allungate a causa della dilatazione termica, questa espansione avrebbe dovuto verificarsi verso entrambe le direzioni assiali. Questa espansione, a sua volta, avrebbe esercitato della pressione su qualsiasi cosa fosse collegata agli estremi della trave.

MOTIVO DEL COMMENTO: Dal momento che il "perfetto fissaggio" delle colonne esterne e della colonna 44 ha fatto in modo che modello computerizzato trascurasse la pressione esercitata sulle colonne esterne a causa di dilatazione termica, questo modello non è verosimile. Si sarebbe dovuto rendere possibile alle colonne esterne di piegarsi verso l'esterno in risposta a questa pressione. Risulta inoltre poco chiaro se alle traverse è stato permesso di incurvarsi verso il basso una volta scaldatesi nel modello computerizzato. Nella relazione del NIST sulle Torri Gemelle, il motivo principale dato per lo scatenarsi del crollo totale fu l’incurvarsi verso il basso delle traverse. Se il NIST non ha consentito l’incurvarsi verso il basso delle traverse dei piani nel suo modello del WTC 7, allora non ha consentito ad una qualsiasi delle dilatazioni termiche di esprimersi nella forma di incurvamento verso il basso piuttosto che come pressione sui collegamenti. Anche i test Cardington citati dal NIST mostrano che le traverse dei piani si incurvano verso il basso quando vengono riscaldate.

PROPOSTA DI REVISIONE: il NIST deve spiegare più chiaramente come la dilatazione termica delle traverse del pavimento in entrambe le direzioni assiali è stata contabilizzata nei modelli computerizzati. Se il "perfetto fissaggio" delle colonne esterne ha fatto si che tutte le dilatazioni termiche si siano verificate verso una sola direzione, i modelli computerizzati hanno bisogno di essere modificati per essere più realistici, e consentire alle colonne perimetrali di piegarsi verso l’esterno. Inoltre, se alle traverse del pavimento ed alle travi non è stato permesso di incurvarsi verso il basso una volta riscaldatesi, vi è una fondamentale incoerenza tra i modelli computerizzati relativi al WTC 7 quelli relativi al WTC 1 e 2. Tali modelli computerizzati devono essere ri-eseguiti con le opportune modifiche apportate alle proprietà delle traverse dei pavimenti, consentendo loro di incurvarsi verso il basso una volta riscaldate.

Temperature Applicate alle traverse ed alle travi.

COMMENTO: Nella Figura 8.25 a pagina 352 del NCSTAR 1-9, il NIST applica una temperatura di 600 ° C e 500 ° C, rispettivamente, per le traverse del pavimento e per le travi per un periodo di circa 2,6 secondi. Mettendo da parte per un momento il fatto che l'applicazione di un tale calore per un intervallo di 2.6 secondi non potrebbe rispecchiare nemmeno per approssimazione la realtà degli incendi al WTC 7, altri problemi rimangono comunque. Ad esempio, queste temperature estreme sono state applicate in modo uniforme per tutti i nodi delle traverse e delle travi. (NCSTAR 1-9, p. 351)

MOTIVO DEL COMMENTO: A pagina 452 del NCSTAR 1-9, il NIST riporta solo che alcune "sezioni" delle traverse del pavimento avevano superato 600 ° C. Da nessuna parte il NIST indica che i modelli computerizzati mostrano temperature uniformi di 600 ° C per le traverse del pavimento e praticamente non vengono fornite informazioni circa le temperature delle travi. Ancora una volta, queste temperature sono applicate in modo uniforme lungo un breve periodo di tempo, il che non è rappresentativo di un vero e proprio incendio.

PROPOSTA DI REVISIONE: Eseguire di nuovo i modelli computerizzati per la sezione dei piani a nord-est utilizzando temperature realistiche e tempi di esposizione realistici. Relazionare i risultati di conseguenza.

Solo esplosivi molto potenti considerati nel caso di ipotetica esplosione.

COMMENTO: Nella sua analisi “hypothetical blast scenarios” (scenari ipotetici di esplosione") che avrebbero potuto portare al crollo del WTC 7, il NIST ritiene eventi esplosivi solo quelli relativi all’utilizzo di RDX, un esplosivo molto potente. (NCSTAR 1-9, p. 355, ultima frase) E il NIST continua sostenendo che siccome non stati uditi forti suoni, e siccome non è stata osservata alcuna rottura di finestre, l’RDX non è stato utilizzato per demolire il WTC 7.

MOTIVO PER IL COMMENTO E PROPOSTE DI REVISIONE: Tuttavia, come documentato da Kevin Ryan sul Journal of 9/11 Studies (http://www.journalof911studies.com/volume/2008/Ryan_NIST_and_Nano-1.pdf) molti scienziati che lavorano o sono associati al NIST hanno esperienza di composti nanoenergetici, o nanotermiti, che hanno il potenziale per venir utilizzati nella demolizione di edifici. E poiché le nanotermiti sono in primo luogo incendiari ad alta temperatura piuttosto che esplosivi, queste possono causare danni alle strutture in acciaio senza produrre il suono ed i livelli di distruzione associati con l’RDX. Siccome il personale del NIST ha una profonda conoscenza di questi materiali, il NIST dovrebbe rivedere la sua relazione per analizzare in particolar modo se tali materiali nanoenergetici avrebbero potuto essere utilizzati come componenti di un "ipotetico scenario di esplosione" al WTC 7.

Inoltre, il Manuale della National Fire Protection Association (Associazione Nazionale per la Protezione dagli Incendi) per le indagini sugli incendi e le esplosioni, alla sezione 921, indica molto chiaramente che la possibilità dell’utilizzo di esplosivi avrebbe dovuto essere esaminata a fondo dal NIST. In particolare nel NFPA 921 18.3.2 "High Order Damage" (Danno di grave entità) - "Il danno di grave entità è caratterizzato dalla rottura della struttura, che produce detriti piccoli e polverizzati. Pareti, tetti ed elementi strutturali risultano scheggiati o frantumati, con l’edificio completamente demolito. I detriti vengono scagliati a grandi distanze, forse centinaia di piedi. Il danno di grave entità è il risultato di veloci tassi di aumento di pressione." Il WTC 7 soddisfa chiaramente questa definizione. Pertanto il NIST dovrebbe avere esaminato più a fondo la possibilità che siano stati utilizzati esplosivi. In particolare, l'utilizzo di " exotic accelerants" (acceleranti inusuali) avrebbe dovuto essere esaminato. Nel NFPA 921 19.2.4 - "Exotic Accelerants," tre caratteristiche sono state chiaramente riscontrate che avrebbero dovuto indurre ad un’approfondita indagine sul possibile uso di "acceleranti inusuali", come specificamente indicato nella guida, “Miscele di termite." Il NIST dovrebbe obbedire alla Sezione 921 dell’NFPA e analizzare l’eventuale presenza di residui di termite e riferire i risultati alla comunità scientifica.

[ORWELL]

[b]Omissioni dal rapporto del NIST[/b]

Conoscenza anticipata del crollo

Il NIST ha omesso dal rapporto informazioni riguardanti la conoscenza anticipata da parte di diversi gruppi di persone del fatto che il WTC 7 stesse per crollare.

Ciò che intendiamo per conoscenza anticipata è un tale livello di dettaglio e consapevolezza che ci permette di dire, alla luce del crollo del palazzo, approssimativamente alle 5:21 P.m., quanto loro sapessero in anticipo che stesse per crollare.

Tale conoscenza è altamente significativa alla luce del fatto che (a) nessun grattacielo ad intelaiatura d'acciaio nella storia (in effetti, dice il NIST, “nessun edificio alto” nella storia) è mai crollato a causa del solo fuoco; e (b) il crollo, secondo il NIST, fu il risultato di una serie di fattori accidentali ed imprevedibili, che non si sono presentati insieme in modo da poter determinare il destino del palazzo se non minuti, o forse addirittura secondi, prima che il crollo avesse luogo.

In ogni situazione in cui qualcuno dimostra la conoscenza anticipata di un evento estremamente insolito, deve essere considerata la possibilità che la conoscenza sia derivata da coloro che hanno avuto sotto controllo l'evento stesso. In altre parole, la conoscenza anticipata del crollo del WTC 7 rinforza notevolmente i nostri sospetti che il palazzo sia stato sottoposto a demolizione controllata e che la conoscenza del relativo crollo sia in definitiva derivata da coloro che hanno voluto farlo crollare.

Il NIST ha provato ad eludere il problema della conoscenza anticipata del crollo del WTC suggerendo:

(a) che il FDNY, sulla scena, ha visto il danneggiamento del palazzo causato dal crollo del WTC 1 e ha concluso razionalmente che il WTC 7 sarebbe potuto crollare.

Dal NIST NCSTAR 1A, p.16:
“I soccorritori di emergenza hanno subito ravvisato che il WTC 7 era stato danneggiato dal crollo del WTC 1…
Sin dalle 11:30 a.m., il FDNY ha riconosciuto che dal sistema di idranti non usciva acqua per combattere gli incendi che erano visibili. Con i crolli delle torri fresche nelle loro menti, c’era preoccupazione che anche WTC 7 sarebbe potuto crollare…„

(b) che un ingegnere, in mattinata, ha visto i danni al palazzo e ha concluso che sarebbe potuto crollare, trasferendo questa valutazione ad altri (Investigatore Capo Shyam Sunder, in una discussione con Graeme MacQueen sulla radio CKNX, Wingham, Ontario, 25 agosto 2008)

È vero che il danneggiamento del WTC 7 è stato testimoniato direttamente da alcuni pompieri e ha condotto alcuni di loro (circa sette) a preoccuparsi del fatto che il palazzo sarebbe potuto crollare, ma la grande maggioranza (circa 50) che era si è preoccupata per il crollo non ha basato questa preoccupazione su cosa ha percepito ma piuttosto su cosa gli è stato detto (Vedi Graeme MacQueen, “Waiting for Seven: WTC 7 Collapse Warnings in the FDNY Oral Histories”, Journal of 9/11 Studies, 11 giugno 2008). Inoltre, mentre è apparentemente anche vero che un ingegnere ha comunicato il suo parere, nella mattina, che il palazzo sarebbe potuto crollare, nè questa comunicazione nè altre comunicazioni dal FDNY sono sufficienti a spiegare l’evidenza di conoscenza anticipata di cui siamo in possesso.
Qui sotto ci sono sette ragioni per le quali le sopra riportate spiegazioni del NIST sulla conoscenza anticipata sono inadeguate. Viene fornito un esempio per illustrare ciascuno dei sette motivi. Maggiori dettagli possono essere trovati nel documento scritto di Graeme MacQueen intitolato “Waiting for Seven: WTC 7 Collapse Warnings in the FDNY Oral Histories” pubblicato dal Journal of 9/11 Studies (http://www.journalof911studies.com/volume/200701/MacQueenWaitingforSeven.pdf).

1. Certezza
Preoccuparsi che un palazzo danneggiato possa crollare in qualche modo è una cosa; ma essere certi che crollerà è un altra. Uno studio dettagliato dei racconti del FDNY mostra che più della metà di coloro che ha ricevuto avvertimenti del crollo del WTC 7 (il grado di certezza può essere stabilito dai rapporti) erano certi o sono stati informati con certezza che stava per crollare. (I numeri sono: 31 su 58. Vedi “Waiting for Seven „.)

2. Annuncio iniziale.
Se qualcuno stava osservando gli incendi nel WTC 7 e fosse riuscito a capire, negli ultimi istanti di vita del palazzo, che un insieme particolare di circostanze stava cominciando a minacciare il palazzo, sarebbe una cosa; ma ricevere avvertimenti del crollo del palazzo molto prima che questo insieme di circostanze accada fa sorgere molti più sospetti. Eppure uno studio dettagliato dei racconti del FDNY indica che dei 33 casi in cui il momento dell’avvertimento può essere individuato, in dieci casi gli avvertimenti sono stati ricevuti due o più ore in anticipo e in sei casi gli avvertimenti sono stati apparentemente ricevuti in anticipo di quattro o più ore. (Vedi “Waiting for Seven”). In altre parole, molto, molto prima che l'insieme unico di circostanze si presentasse a causare il crollo del palazzo, già si parlava ampiamente del crollo.

3. Precisione
Se gli avvertimenti di crollo fossero derivati da vaghe preoccupazioni e dubbi non sarebbero stati precisi. Nessun palazzo era mai crollato per queste cause prima e, in effetti, un crollo completo come accaduto al WTC 1, al WTC 2 e al WTC 7 è stato (un evento) molto raro, a parte che in casi di demolizione controllata. Ecco perché il membro del FDNY James McGlynn disse il 9/11, parlando di una delle Torri, " Ogni volta che ho sentito parlare un crollo, non era mai un intero palazzo come è stato questo." (Vedi “Waiting for Seven”). Eppure, malgrado la rarità di un crollo completo, molta gente apparentemente sapeva in anticipo che il WTC 7 stava per subire un crollo tale. Si consideri quanto segue dai racconti orali del FDNY:
D.”Eravate là quando il palazzo 7 è crollato nel pomeriggio?”
R.“Si.”
D.“Eravate ancora là?”
R.“Sì, fondamentalmente hanno misurato fin dove il palazzo sarebbe arrivato, in modo che abbiamo saputo esattamente dove potevamo stare.”
D.“Quindi vi hanno proprio messo in una zona sicura, abbastanza sicura per quando quel palazzo è venuto giù?
R.”5 isolati. Distanti 5 isolati: potevamo ancora vedere. Esattamente puntuale, la nuvola si è fermata proprio lì.” (Vedi “Waiting for Seven”).

4. Nuove informazioni.
Se gli avvertimenti di crollo derivarono dalle preoccupazioni e i dubbi espressi in mattinata dagli ingegneri e dai pompieri, perché il crollo del WTC 7 è stato annunciato dalla CNN (un'ora e 10 minuti in anticipo) e dalla BBC (23 minuti in anticipo) come ultime notizie basate su informazioni appena ricevute? Il presentatore Aaron Brown della CNN ha detto che “Stiamo ricevendo ora l’ informazione.„ La presentatrice Judy Woodruff della CNN: “Stiamo sentendo per la prima volta„ (vedi l'Appendice.) Presentatore della BBC: “Abbiamo alcune notizie in arrivo„.

5. Annuncio prematuro
La CNN e la BBC non hanno soltanto segnalato che il palazzo era stato danneggiato o che sarebbe potuto crollare; hanno prematuramente annunciato il suo crollo reale.

Aaron Brown della CNN, un'ora e dieci minuti in anticipo del crollo: “Stiamo ricevendo ora l’ informazione che uno degli altri palazzi, il Building 7, nel complesso del World Trade Center, è in fiamme ed è crollato o sta crollando…„
La presentatrice della BBC, 23 minuti prima del crollo: “Anche Il Palazzo Salomon Brothers a New York, proprio nel cuore di Manhattan, è crollato.„ Nessuna spiegazione soddisfacente è stata data riguardo questi annunci prematuri, che sono stati ovviamente basati su dati forniti a questi presentatori.

6. Continuità
La BBC ha continuato ad annunciare che il WTC 7 era crollato, anche quando la costruzione poteva essere vista in piedi direttamente dietro il reporter Jane Standley, per circa 17 minuti fino a quando la storia fu bruscamente interrotta (dal crollo n.d.t.).
Quando il personale della CNN ha realizzato che avevano fatto un errore nel loro annuncio iniziale, avrebbe semplicemente potuto correggerlo. Avrebbero, per lo meno, potuto distogliere la loro attenzione dal WTC 7 e smettere di inquadrarlo dal momento che era ovviamente ancora in piedi. Invece, la CNN ha continuato a mantenere il WTC 7 al centro della sua cronaca durante l'ora e dieci minuti precedenti il suo crollo, avvertendo ripetutamente che stava per crollare e mantenendo l'inquadratura del palazzo davanti allo spettatore fino a quando realmente crollò. (Vedi l'Appendice.)

7. Progressione
Secondo lo studio del NIST, gli incendi del WTC 7 erano stati ridotti da dieci piani, subito dopo il crollo del WTC 1, ad essenzialmente due piani mentre si avvicinava il momento del crollo. Era un palazzo in cui gli incendi stavano davvero spegnendosi. Perché, allora, la CNN ha mostrato consapevolezza del fatto che il palazzo fosse vicino alla fine e perché ha modificato di conseguenza i suoi titoli, da “può sprofondare„ a “pronto a crollare„ (circa 15 minuti prima del crollo reale) e poi a “sul punto di crollare„ (circa 1.5 minuti prima del crollo reale). (Appendice)
Uno qualunque di questi sette fattori sarebbe sufficiente per farci considerare la possibilità di conoscenza anticipata del crollo del WTC 7. Presi insieme, formano un caso a cui non si riesce a dare risposta.
Come ulteriore supporto, sotto abbiamo fornito una cronologia degli eventi basati sulla cronaca della CNN sul Building 7. Gli orari nella colonna a sinistra oscillano entro 30 secondi dall’ora reale.



Il rapporto del NIST dovrebbe essere modificato per comprendere un'analisi dettagliata di tutti rapporti di specifica conoscenza anticipata del crollo del Building 7. L’Investigatore Capo del NIST, Dr. Sunder, quando è stato messo alla prova con rapporti come questi durante le interviste radiofoniche ha recentemente dichiarato che l’indagine del NIST non era un'indagine penale, ma piuttosto tecnica. Tuttavia, questa posizione altera il fatto che il NIST ha ritenuto nel rapporto che l'ipotesi di demolizione controllata era improbabile perché il NIST non ha creduto che gli esplosivi avrebbero potuto essere piazzati senza essere rilevati. Una tale opinione non è un'opinione tecnica, ma piuttosto è un’opinione operativa che guarda più a descrivere in modo logistico come un criminale avrebbe potuto commettere il crimine che non come sia stato fatto tecnicamente. Chiaramente il NIST avrebbe potuto considerare i molti rapporti di conoscenza anticipata e notare l'impossibilità di tale specifica e dettagliata conoscenza anticipata. Il rapporto dovrebbe essere modificato di conseguenza.

[FABYAN]

Studio FEMA sulle dinamiche dell’edificio – Appendice C

La relazione del NIST sul WTC 7 non cerca di spiegare “il grave attacco corrosivo ad alte temperature” come apparentemente sull’unico pezzo di acciaio testato del WTC 7, come documentato nell’appendice C “esame metallurgico limitato” dello studio sulle dinamiche della Federal Emergency Management Agency (FEMA) , che puo’ essere trovato nel link sottostante del sito del NIST.
http://wtc.nist.gov/media/AppendixC-fema403_apc.pdf

Un’ulteriore modalità di studio ritenuta necessaria dal FEMA non e’ stata – per quanto ne sappiamo – mai eseguita, e la “fusione intergranulare” osservata sull’acciaio non può essere spiegata attraverso il quadro ipotizzato dal NIST. Perché il NIST ha voluto ignorare le raccomandazioni formulate dagli investigatori del FEMA per ricerche addizionali sul comportamento inspiegabile del materiale?
In una registrazione del Dr. Jonathan Barnett del Worcester Polytechnic Institute Fire Engineering, uno degli autori delle 13 pagine riportate nell’Appendice C, ha commentato come il normale protocollo investigativo non e’ stato seguito nel caso del collasso del WTC 7. Egli afferma che l’acciao del WTC 7 non e’ stato fotografato, esaminato e catalogato prima di essere rimosso.
I commenti fatti si trovano al minuto 3:00 nel video al link sottostante.
http://www.911podcasts.com/display.php?cat=9998&med=0&ord=Name&strt=180&...

E’ riportato che il WTC 7 e’ stato completamente evacuato molto prima del suo collasso, e che non ci sono stati morti, o persone scomparse coinvolte nel crollo. La foto sottostante mostra che i detriti del WTC 7 collassato sono confinati in un area molto vicina rispetto alla sua impronta.

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Figura 1. La pila di macerie del WTC 7, 15 Sett. 2001, quattro giorni dopo il collasso della struttura.



Figura 2. NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) foto aeree di Ground Zero del 23 Sett. 2001 che mostrano la posizione delle macerie del WTC 7 rispetto ai frammenti degli altri edifici del WTC con una linea di demarcazione su Vesey Street.

Oltre a mostrare le macerie confinate relativamente vicino al WTC 7, la foto nella figura 2 mostra che anche le macerie del WTC 6 e WTC 5 rimangono contenute sulla propria impronta, o molto vicino ad essa.

La mappa dei detriti riportata dalla FEMA per le Torri Gemelle, sotto nella figura 3, mostra che solo una piccola percentuale dei detriti del WTC 1 percorre i 350 piedi fino al WTC 7. Le zone più chiare della mappa sottostante rappresentano una leggera densità di detriti, mentre quelle più scure una densità maggiore.

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Figura 3. Mappa delle macerie delle Torri Gemelle della FEMA

L’apparente separazione delle macerie del WTC 7 rispetto agli altri edifici, ed il fatto che non ci sono state persone scomparse o morte coinvolte nel collasso, rendono difficile accettare il commento del narratore di History Channel del video soprastante che afferma che il mescolarsi dell’acciaio dei diversi edifici, e la necessità di ricerca e salvataggio, sono state le ragioni della rimozione dell’acciaio del WTC 7, prima che potesse essere propriamente fotografato, esaminato e catalogato sul sito del crollo.

Anche se l’acciao del WTC 7 e’ stato spostato senza prima essere esaminato e catalogato sul sito del collasso, si pone un’ulteriore domanda sul motivo per il quale non e’ stato recuperato e conservato per test successivi, valutazioni ed analisi forensi. Ciò e’ estremamente pertinente alla luce delle raccomandazioni del FEMA sulla necessita’ di ricerche addizionali a causa di strani ritrovamenti nei loro limitati esami metallurgici.

Nel progetto di relazione del NIST dell’Agosto 2008 sul WTC 7, non c’e’ alcuna menzione di test effettuati sull’acciaio recuperato dai resti dell’edificio crollato. Nelle sezioni dove devono essere discusse la proprietà dell’acciaio il riferimento e’ curiosamente fatto su campioni di acciaio del WTC, non specificatamente su quelli del WTC 7. Questo può essere comprensibile se si e’ consapevoli del fatto che nel precedente progetto di relazione del WTC 7 il NIST ha nettamente ammesso che “Nessuna metallografia può essere effettuata perché l’acciaio non e’ stato recuperato dal WTC 7. Le altre proprietà fisiche sono le stesse di quelle stimate nel Capitolo 8 per l’acciaio del WTC”.

Poiché la relazione NIST sul crollo del WTC 7 soffre di una mancanza di prove fisiche a sostegno delle sue conclusioni, essa dovrebbe andare nel dettaglio: perché il normale protocollo di inchiesta non e’ stato seguito, perché l’acciaio non e’ stato recuperato, e se la legislatura e’ stata violata non facendolo. Se ci sono questioni sulla legalità della rimozione e sulla mancanza di recupero ai fini investigativi, il NIST dovrebbe raccomandare l’inizio di una inchiesta per determinare chi e’ stato coinvolto nella decisione di rimuovere l’acciaio, e perché il NIST non ne ha ricevuto per la sua inchiesta.

Ci sono anche diverse questioni apparentemente contraddittorie tra lo studio del FEMA sulle dinamiche dell’edificio Appendice C e la relazione del NIST sul WTC 7, per le quali non sono state fornite spiegazioni, e sono:

• Il NIST afferma: “Niente acciaio recuperato dal WTC 7”, quando il FEMA sezione C.2 mostra che almeno un pezzo di acciaio del WTC 7 e’ stato testato, con risultati allarmanti, in considerazione dell’altamente inusuale formazione di liquido Eutettico, fusione intergranulare ed erosione. Caratteristiche mai viste prima da esperti investigatori sull’acciaio soggetto a incendio da comune ufficio.

• FEMA sezione C.3 La sintesi dell’esempio 1 indica che l’acciao e’ stato riscaldato a circa 1000°C. (1800°F.), che e’ una temperatura molto più alta rispetto quella che il NIST conclama come causa del collasso, e apparentemente di gran lunga al di fuori delle capacità di un incendio di un ufficio per riscaldare l’acciaio. Inoltre, in questa sezione si afferma che l'acciaio si liquefa a queste temperature, a causa della formazione Eutettica, il che drammaticamente abbassa la soglia di 2750° F del punto di fusione dell'acciaio.

• FEMA Sezione C.6 Suggerimenti per la futura ricerca afferma “E’ anche possibile che la fusione intergranulare, la formazione Eutettica, ed il fenomeno di erosione siano iniziati prima del collasso ed abbiano accelerato l’indebolimento della struttura in acciaio.

Perche la “ricerca futura” non e’ stata eseguita, ed i suoi risultati pubblicati, specialmente quando la FEMA stessa suggeriva che le fusioni e le erosioni erano iniziate “prima del collasso”?
Il NIST e’ stato incaricato di investigare sulle condizioni che hanno portato al crollo del WTC 7, e chiaramente su quello che forse si e’ verificato prima del crollo, che ha “accelerato l’indebolimento della struttura in acciaio” il NIST avrebbe dovuto investigare.
Il NIST dovrebbe di conseguenza rivedere la Relazione dopo aver effettuato le analisi metallurgiche necessarie.

Questi commeni pubblici sul rapporto NIST sono stati presentati dai seguenti soggetti:

James R. Gourley, Esq.
Chemical Engineer
International Center for 9/11 Studies
jrpatent@gmail.com

Tony Szamboti
Mechanical Engineer
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Richard Gage
AIA Architect
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Graeme MacQueen, Ph.D.
Scholars for 9/11 Truth & Justice

Dr. Steven Jones
Ph.D. Physicist
S&J Scientific Co.

Kevin Ryan
Chemist
Scholars for 9/11 Truth & Justice

Dr. Niels Harrit
Ph.D. Chemistry
University of Copenhagen

Ron Brookman
Structural Engineer
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Chris Sarns
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Kamal Obeid, SE PE
Structural Engineer
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Scott Grainger, PE
Forensic Engineer
Civil Engineer
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Frank Legge
Logistical Systems Consulting

Bob Fischer
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Justin Keogh
Architects & Engineers for 9/11 Truth

David Chandler
Architects & Engineers for 9/11 Truth

Gregg Roberts
gregg@wtc7.net

mercoledì 17 settembre 2008

Barry Jennings: brutte notizie...

Barry Jennings, a key 9/11 eyewitness who was an emergency coordinator for the New York Housing Authority, has passed away at age 53 from circumstances not yet disclosed.

http://www.infowars.com/?p=4602


http://debunkerfakeblog.blogspot.com/2008/08/fake-blog-undicisettembre-jennings-vs.html

lunedì 7 luglio 2008

"Firefight: cover-up neo-con?"

Rick Newman e Patrick Creed sono gli autori del libro “Firefight: Inside the Battle to Save the Pentagon on 9/11”.L’opera discerne del salvataggio e del recupero accorso al Pentagono allorché l’edificio venne colpito dal presunto Boeing 757 del volo AA 77.Le testimonianze contenute all’interno del libro non sono connesse solamente al giorno in cui si verificarono tali eventi, ma anche ai giorni successivi l’11 settembre 2001.Il libro è incentrato sull’eroismo delle squadre preposte a tali ardui e faticosi compiti eseguiti in quegli angoscianti momenti…Gli autori, non presenti al momento dei soccorsi, nel corso degli anni successivi il 2001, hanno recuperato testimonianze, fatto interviste e catalogato fotografie, per offrire al pubblico, attraverso la diffusione di questa raccolta, un’idea di ciò che avessero significato i recuperi dei resti delle vittime e le missioni delle squadre di salvataggio, all’uopo preposte, all’interno dell’area disastrata del Pentagono.Attualmente non è disponibile in lingua italiana. A meno che non lo si voglia comprare sul web in lingua inglese, un sito ne descrive sommariamente il contenuto…Nel sito in questione si evince la ricerca del dettaglio che i due autori hanno perseguito, incrociando le testimonianze rilevate con i documenti governativi prodotti dalle autorità…Tra questi documenti riportati come fonti, si trovano:
- “The 9/11 Commission Report: Final Report of the National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States”
- “Arlington County After-Action Report On The Response To The September 11 Terrorist Attack On The Pentagon”
- “The Pentagon Building Performance Report”
- “Command Performance: County Firefighters Take Charge of the 9/11 Pentagon Emergency,”- “Collapse Rescue Operations At The Pentagon 9-11 Attack: A Case Study on Urban Search and Rescue Disaster Response”
- “Summary Presentation of damage to Pentagon and location of bodies found inside”
Vi trovano spazio più di 150 interviste tra pompieri, militari e agenti dell’FBI…
Se questo libro, che dai soliti ignoti viene strumentalizzato come mezzo di “debunking”, è presentato per offrire una ricostruzione reale dei fatti, è altresì ragionevolmente corretto considerarlo necessariamente e obbligatoriamente in tutta e per tutta la verità che esso riesce ad esprimere. Questo anche per ciò che non esplicitamente ci si troverebbe a leggere al suo interno, qualora lo si comprasse.
La casa editrice del libro “Firefight” è la Presidio Press, specializzata, in passato, nella pubblicazione di libri sulla seconda guerra mondiale e la guerra in Vietnam. Nel 2002 la Random's Ballantine Books, divisione della Random House, branca editoriale del colosso media Bertelsmann (RTL Group, Arvato, Gruner + Jahr), compra la casa editrice Presidio Press. Il Gruppo Bertelsmann è gestito dalla Fondazione Bertelsmann, organizzazione no-profit controllata dalla famiglia Mohn, fondata nel 1977 da Reinhard Mohn. Scopo della fondazione è promuovere le riforme e la democrazia, in ambito governativo, sociale ed economico, in Europa, principalmente, e nel resto del mondo.
In parole povere la Bertelsman Foundation altri non è che un’organizzazione think-tank, molto vicina agli ideali del movimento politico neo-con americano sviluppatosi negli anni ‘70…
Come le altre organizzazioni think-tank mondiali, i principi dell’attività auspicati dalla Fondazione Bertelsmann si apprendono attraverso la lettura di macroscenari socio-politici come: “Beyond 2010: European Grand Strategy in a Global Age”.
L’oggetto del rapporto della Fondazione verte sulla promozione di una molteplicità di aspetti socio-politico-culturali molto delicati: la guerra al terrorismo, l’accaparramento del petrolio, il fabbisogno dell’energia, l’alleanza strategica politico-militare ad oltranza nei confronti degli Stati Uniti, la difesa dello spazio aereo europeo, un riarmo Europeo in funzione di una maggior spesa militare congiunta ecc. ecc. ecc.…
La condotta seguita dalla Bertelsmann Foundation è similare, se non eguale, a quella propagandistica adottata dallo PNAC Americano.
In Germania offre quasi il 50 % dell’apporto totale onorato dai think-tank tedeschi alla politica interna ed estera del Paese e di altri Governi d’importanza economica mondiale di rilievo…
Tale influenza, esercitata attraverso l’utilizzo della televisione e dell’editoria determinanti un controllo favorevole sulle masse, agisce, come nel caso di “Firefight”, attraverso l’offerta di una verità allineata agli ideali propizi del momento.
Il libro “Firefight”, racconta delle testimonianze di squadre di soccorso e di ritrovamenti di pezzi di rottami, di un presunto aereo, scagliato contro il Pentagono, dirottato da presunti “terroristi” islamici, la Fondazione Bertelsmann proprietaria della casa editrice, sostiene una difesa dal “terrorismo” islamico ed auspica ad un riarmo e ad un alleanza duratura con i Paesi della Nato e specialmente con gli Stati Uniti D’America contro un nemico comune…
10 settembre 2001: Rumsfeld desidera un rinnovamento del DoD. Nel comunicato ammise di non essere stato in grado di reperire 2,3 trilioni di dollari di spesa militare, a causa del sistema amministrativo gestionale obsoleto. In seguito, costituirà il Defense Business Board in complemento agli sforzi di ammodernamento dell’amministrazione del DoD.
Il nome esteso dell’organizzazione è “Defense Business Practice Implementation Board”, attraverso il quale si cercherà di coniugare la capacità gestionale di una multinazionale privata ai fabbisogni amministrativi del DoD. In tale gruppo di appartenenza strettamente militare, presiederanno personaggi civili facoltosi…
Zuckerman, principale azionista del Daily News e di USnews & World Report è uno di questi…Mortimer Zuckerman nel 2003 è nel “Board Members” dell’emanazione suddetta del DoD. Dal 1995 è costantemente presente nel CFR (Council of Foreign Relations) insieme a molti altri personaggi nell’ambito dei mass-media mondiali…Membro del Bilderberg Group, attraverso il suo periodico USnews & World Report, Zuckerman pubblica articoli in netto “credo” neo-con come "The Price of Power: The Military Should Spend More on Forces and Less on Facilities”.
Su “USnews”, Scrive uno degli autori di “Firefight”: Rick Newman, corrispondente del Pentagono da parecchi anni, con diverse esclusive al suo attivo… Sul sito global security vi si trovano diverse recensioni inserendo nel suo “motore” il nome completo: Richard J. Newman.USnews sembra un vero e proprio laboratorio di propaganda neo-con: non è raro leggere tra gli articoli di Rick Newman, un vivace sostegno alla condotta della politica militare impostata dagli Stati Uniti negli ultimi anni…
In un articolo, “Why Rumsfeld Soared as CEO, Sank at Pentagon” per esempio, si evince quanto al periodico stia a cuore la difesa di certi personaggi dell’entourage presidenziale molto discutibili...
Nel pezzo Newman difende l’operato di Ramsfeld, presentandolo come eroico rinnovatore di un sistema militare in disfacimento e disorganizzato, e giustificandolo per non esser riuscito a gestire l’immane spesa militare a causa della sfortunata raffica di guerre succedutesi, in maniera del tutto imprevista, dal 2001 in poi.Zuckerman, ex-consulente per le politiche in Medio-oriente durante la Presidenza Clinton, fa ripetutamente eco a Newman con l’accusa sviscerata all’Iran di nutrire sentimenti antisemiti in chiave atomica…
Lo ritroviamo nel “Board of Advisors” dell’organizzazione think-tank “The Washington Institute” (for Near East Policy), in cui, anni prima, auspicava ad un intervento militare nell’Iraq di Saddam, dittatore, nonché presunto detentore di armi di distruzione di massa e pericolo per l’umanità intera.Nell’istituto militano alcuni membri neo-con dello PNAC.Grazie al tour de force eseguito da uno dei soliti ignoti, si apprende come “Firefight” presenti (ostenti) ciò che finora era stato evidentemente taciuto. Ossia resoconti e testimonianze in relazione a svariati ritrovamenti di rottami del presunto aereo, all’interno del Pentagono…
Nei rapporti utilizzati da Creed e Newman, menzionati in premessa di questo articolo, si parla spesso di minuscoli-pezzi-irriconoscibili del presunto aereo, in “Firefight”, i pezzi diventano: “cataste”, “innumerevoli”, “quantità insostenibili” ecc. ecc.
Nei rapporti ufficiali, la difficoltà era stata il riscontro oggettivo delle prove, con “Firefight” questo problema sparisce definitivamente…
Per tutto ciò, potrebbe essere realistico che Zuckerman, Bertelsmann Foundation, Newman e Creed (reparto “civil affairs” dell’Army Special Operation Command) abbiano procurato, senza volerlo, influenze di sorta alla stesura del libro?

giovedì 13 marzo 2008

Nessun collegamento diretto tra Saddam e Al Queda

Il Pentagono conferma che non è mai stata trovato alcun collegamento diretto tra l'Iraq di Saddam Hussein e i terroristi di Al Qaida. Il presunto collegamento era stato una delle principali giustificazioni della amministrazione Bush per spiegare il motivo della invasione dell'Iraq.

martedì 11 marzo 2008

Vogliono arrestare Bush e Cheney...

WASHINGTON (Reuters) - Voters in two Vermont towns on Tuesday approved a measure that would instruct police to arrest President George W. Bush and Vice President Dick Cheney for "crimes against our Constitution," local media reported.

domenica 17 febbraio 2008

General Strike

...terminerà nel modo in cui è terminato l'esperimento del comunismo in URSS?

giovedì 7 febbraio 2008

Vero, falso e inesistente...

Un’informazione soltanto, spesso, non rende l’idea della situazione reale per cui tale notizia viene riportata.

La speculazione su certe nozioni, falsifica l’informazione danneggiando conseguentemente la percezione della verità…

Nel caso della Bhutto, assassinata alla fine di dicembre, le interpretazioni relative alla sua affermazione sono state oggetto di vera e propria speculazione da parte di testate giornalistiche e certi fake-bloggers che affliggono la rete…

Tale affermazione, oggi abbastanza conosciuta, ha per oggetto la morte di Osama Bin Laden:



L’intervista della Bhutto ha visto, come punto catalizzatore dell’attenzione degli utenti della rete e in seguito, dopo la sua morte, dei media, l’affermazione in cui lei afferma che Osama Bin Laden è morto…


Intervista integrale: 2 novembre 2007

La BBC, unica emittente che avrebbe potuto pubblicare l’intervista integralmente, taglia clamorosamente il pezzo nel quale si sente tale affermazione…


- “OMER SHEIKH WHO MURDER OSAMA BIN LADIN” - censurato dalla BBC

Seguono le lamentele degli utenti della rete…

Una settimana circa, dopo la morte di Benazir Bhutto, la testata giornalistica si scusa, giustificando il “taglio” come uno scrupolo nei confronti delle masse per non destare confusioni inutili, in quanto l’affermazione era stata ritenuta uno scambio di parole, un lapsus del leader dell’opposizione Pakistana…

Nello scusarsi la BBC, ha addotto una giustificazione plausibile, alla bisogna di riscatto in termini di credibilità con i lettori. Ciò non toglie il fatto che tale giustificazione fosse un’opinione “personale” della stessa testata, non corrispondente a verità scientificamente dimostrabile (la Bhutto è stata assassinata)… Tale giustificazione per quanto plausibile (…ma criticabile e ambigua), è immediatamente riconducibile ad una presa di posizione obbligatoria e forzata…

La BBC in una riga del suo articolo di scuse scrive:

“The claim appeared so unexpected that it seemed she had simply mis-spoken.”
http://www.bbc.co.uk/blogs/theeditors/2008/01/post_8.html

Tralascio il resto, potete leggerlo da voi sul link riportato: questa frase della BBC è la frase che ha indicato al mondo che la Bhutto ha avuto un lapsus…

Solo questa frase riportata poi dagli altri “media” ha influenzato l’immaginario della collettività, illusa dal falso buonismo cui è portata a credere…

Sarebbe meglio indicare i passaggi che hanno costretto a riportare che la Bhutto ha avuto un lapsus da parte di chi ha amato speculare su tale articolo della BBC:

“it seemed she had simply mis-spoken”

…è sembrato che lei si fosse semplicemente sbagliata.

Non ci siamo ancora!

“she had simply mis-spoken”

…si era semplicemente sbagliata!

Ora ci siamo!

Questa è diventata la frase su cui una molteplicità di persone ha vergognosamente speculato, riportando, successivamente, che anche la BBC dice che quello della Bhutto è stato un banale lapsus…

Da qui in poi le costruzioni:
- la Bhutto, in “realtà”, voleva dire Daniel Pearl (giornalista ucciso da Omar Sheikh…), ma si è confusa con Osama Bin Laden.
- l’intervistatore di Al Jazeera è stato zitto, quando ha sentito tale affermazione, per rispetto nei confronti della Bhutto.
- Il giorno dopo la CNN intervista la Bhutto è gli chiede se secondo lei il generale Musharaf sapesse dove fosse Osama Bin Laden e lei rispose che non credeva che Musharaf non sapesse personalmente dove fosse…

Quest’ultima speculazione è interessante, riporto lo spezzone:

WHITFIELD: Do you Musharraf -- I'm sorry. Do you think General Musharraf knows where Osama Bin Laden is?

BHUTTO: I don't think General Musharraf personally knows where Osama bin Laden is…


E’ strano come da una parte certe deduzioni logiche si facciano giustamente, mentre invece utilizzando lo stesso tipo di critica in certi altri casi queste deduzioni non si facciano…

Il giorno prima Frost non dice nulla, non fa notare niente alla Bhutto, e il giorno dopo la Whitfield fa la stessa cosa non gli chiede niente in merito a tale affermazione…

Ma anzi, ancor più ambiguamente, gli chiede se lei non sappia se Musharraf è al corrente di dove si trovi Osama Bin Laden…

Perché invece non aveva chiesto alla Bhutto se lei personalmente non sapesse dove si trovasse Osama Bin Laden?

Invece tale scambio di battute è servito a offrire sul terreno della speculazione la conclusione che la Bhutto avesse chiaramente avuto un lapsus…

L’unica persona che avrebbe potuto dirci se fosse stato o meno un lapsus è stata assassinata…

E poi questo esempio di lapsus della giornalista?

“Do you Musharraf -- I'm sorry. Do you think General Musharraf…”

Chi è questa giornalista, che chiede alla Bhutto se ritiene che Musharraf sappia o meno dove sia Osama bin Laden?

Non sarebbe stato più logico chiederle di ratificare quanto asserito il giorno prima con Frost di Al Jazeera…

Ma la Bhutto fino alla sua morte non ha mai ammesso di essersi sbagliata, come mai?
…non è poi così disallineata da certe altre affermazioni di altri esponenti che studiano il terrorismo internazionale e ammettono per esempio che Al Qaeda non esista, come per esempio Antonio Manganelli, capo della Polizia e prefetto:



Per chi volesse ascoltare l’intervista integrale, il link è questo:



“…non esiste un’organizzazione strutturata come Cosa Nostra che ha le sue filiali ufficiali nei vari Paesi, ma c’é un sistema operativo non meno pericoloso, una sorta di franchising. C’é il marchio di Al Qaeda, il che non significa che tutto quanto viene fatto viene preventivamente benedetto dal vertice di un’organizzazione, che riteniamo non esista...”



Tali parole a mio avviso son ben più gravi di quelle esternate dalla Bhutto, per quello che ostinatamente si cerca di far apparire un lapsus, anche in virtù del fatto che, finché è morto il simbolo di un pericolo, Osama Bin Laden, il pericolo sussiste, quando il pericolo indicato invece non è mai esistito la preoccupazione diventa evidente… Qualcuno sta mentendo metodicamente all’umanità…

Se fosse veramente tutta una farsa allucinante?

“Al queda è un trucco, nasconde altro perché è una tecnica per creare e cercare un nemico che non esiste. È un modo per infangare uno Stato o delle persone mediante una onto di determinati obiettivi, decentralizzato e distributivo, dove i protagonisti sono gruppetti di persone strumentalizzati da questo sistema, piccoli uomini che credono di fare la lotta armata con un fucile per sostenere la causa della guerra santa, saranno tragica opera teatrale. In realtà non è mai esistito un documento, una sede o un numero di telefono, non è mai esistito un bel niente, nulla. Se alla richiesta della resa incondizionata, Bin Laden fosse stato consegnato, l’America non avrebbe potuto bombardare e fondare l’intera sua politica estera su un discorso di lotta al terrorismo. Loro sapevano tutto, perché queste reti sono in mano alle lobby ed è questa la politica, il gioco sporco dei media, che accreditano episodi visibilmente falsi.”



Ma i video, i messaggi audio di Bin Laden che minacciano un po’ qui e un po’ là… dovrebbero essere la prova dell’esistenza di Al Qaeda, ma:

“Già i ricercatori del Dalle Molle Institute for Perceptual Artificial Intelligence di Losanna alla fine del 2002, in uno studio commissionato loro dalla emittente France 2, ritenevano che l'allora ultimo messaggio audio di bin Laden fosse una patacca. Il nastro era falso, con appena il 5% di margine d'errore, affermò il professor Hervé Bourlard, direttore dell'istituto. Lo riferì il Guardian esattamente cinque anni fa, il 29 novembre del 2002. Tutto ciò al di là della facile speculazione per cui i messaggi di bin Laden, tenendo alto il senso di paura nel pianeta, sortiscono sempre l'effetto di fare quadrato intorno alla Casa Bianca e di fare terra bruciata intorno ai detrattori della politica estera di Bush.”



…se Osama fosse morto, o uscito dalla scena, dovremmo avere una data che ci indichi quando si fosse cominciato ad avere notizia dei primi messaggi falsificati…
“Paris: The latest audiotape statement attributed to Osama bin Laden is not authentic, according to a Swiss research institute.
The Lausanne-based Dalle Molle Institute for Perceptual Artificial Intelligence, IDIAP, said it was 95 per cent certain the tape does not feature bin Laden's voice.” (November 29 2002)



Nonostante, qualcuno non condivida certi risultati di tali studi effettuati sui nastri…
Chi è che non condivide tali risultati?!!!
“But US experts who have heard it generally support the conclusion by US law enforcement officials that it probably is bin Laden speaking.”


La motivazione di tale contrasto è stata: la scarsa qualità dei nastri che ha reso impossibile l’analisi corretta…


La Bhutto ha avuto un lapsus…


Osama bin laden è vivo…


…e la guerra al terrorismo continua…