giovedì 19 febbraio 2009

"SEM TETO": MENO ABBIENTI PIU' FORTUNATI

Questa vicenda è stata trascritta integralmente a due mani da gariele82 e shm/stuarthwyman.


Gariele82, attivo come progettista nell’ambito della cooperazione internazionale nella ONG italiana APA (Accademia Psicologia Applicata), coinvolto in progetti di sviluppo umano e sociale in vari Paesi del mondo e shm/stuarthwyman in qualità di semplice interessato ai fatti, si sono ritrovati a realizzare un’inchiesta indipendente che avesse come fine quello di divulgare la realtà di alcune situazioni sicuramente per nulla diffuse a livello mediatico.

Introduzione

Il nostro primo incontro è avvenuto circa dieci giorni fa, intorno al 10 febbraio del 2009 quando, casualmente, ci siamo incontrati alla spiaggia di Barra a Salvador de Bahia. Fin dal primo momento, spinti anche dall’ interesse verso quelle notizie che troppo spesso vengono taciute dai Governi o in generale dai media ufficiali, ci siamo trovati in sintonia e abbiamo deciso di intraprendere un lavoro che permettesse di mostrare le condizioni di vita di una parte della popolazione soteropolitana particolarmente svantaggiata: i senza tetto.

In un primo momento avevamo pensato di realizzare un reportage all’interno di una favela “convenzionale” che, nell’immaginario collettivo, è solitamente conosciuta come una baraccopoli costruita con materiali di fortuna quali legno, plastica, cartone ed eternit. Le difficoltà intrinseche nel reperire, per esempio, qualcuno che ci introducesse all’interno di una di queste e la scarsezza di tempo a disposizione per realizzare il reportage con la disponibilità di persone preposte a progetti in tal senso, ci ha mosso verso una delle tante altre realtà alienanti che in Brasile ostacolano il consolidarsi di un ordine sociale equo.

Come primo passo decidemmo di chiamare una responsabile di una ONG locale: Delba Souza dos Santos Silva dell’ ABEAC (Associação Beneficiente Educação Arte e Cidadania), con la quale la ONG italiana APA ha un progetto di cooperazione internazionale in corso…

Delba immediatamente si rese disponibile. Ci fece presente che avremmo potuto verificare con i nostri occhi le modalità di sopravvivenza dei senzatetto di Salvador. La avvisammo che le avremmo sottoposto un questionario appositamente preparato per l’occasione e che inoltre avremmo soprattutto gradito scattare delle foto e registrare qualche video all’interno delle strutture dove avremmo avuto accesso.

Grazie poi alla presidentessa dell’ABEAC, Fernanda Nunes dos Santos, siamo stati accompagnati all’interno di due delle sei strutture che ospitano provvisoriamente i senzatetto sostenuti dalla ONG. Un espediente utile a introdurci nella struttura senza destare particolare curiosità da parte della popolazione è stato quello di portare loro un grosso sacco contenente legumi e del cibo in scatola.

Intervista


1) Quante sono le persone di cui vi occupate?

Non è possibile fornire un numero preciso di persone. La nostra area d’intervento attuale è limitata alla penisola di Itapagipe. Gli edifici di riferimento, dove eseguiamo i nostri programmi di sostegno alla popolazione locale, ricadono territorialmente nei quartieri di Ribeira e della Calçada a Salvador da Bahia. Gli edifici nei quali operiamo sono sei: Edificio Toste, 700 persone circa per 160 famiglie; Edificio Barreto, 1000 persone circa per 170 famiglie; Edificio Leste 1 e Edificio Leste 2 (prospiciente alla ex-stazione ferroviaria della Calçada), 1000 persone circa per 200 famiglie; Edificio Alfred, 1000 persone circa per 190 famiglie (non sostenuto soltanto da ABEAC) e l’Edificio Penha (dietro alla famosa “Sorveteria da Ribeira”), 100 persone circa per 30 famiglie (sostenuto in parte da ABEAC).

2) Quali sono gli obiettivi del Movimento dei Senza Tetto di Salvador (MSTS: Movimento Sem Teto de Salvador)?

L’ obiettivo è strutturare politiche pubbliche e occupazionali per i senzacasa, sostanzialmente svantaggiate e prive di qualsiasi supporto a livello sociale. La loro filosofia, a seguito di una nuova consapevolezza acquisita, è diventata, ed è sintetizzabile, con il motto: “ occupare e resistere”. Il movimento è cominciato a San Paolo nei primi anni ’90 con l’occupazione di edifici pubblici, di ex-fabbriche abbandonate e degli spazi al di sotto dei viadotti delle principali arterie di comunicazione autostradale delle grandi città (per nascondere la povertà dal centro urbano). Tale strategia è riconducibile fondamentalmente alle politiche carliste. Principalmente i siti si ritrovano a ridosso o dentro le vecchie aree industrializzate sorte negli anni ’80. Nel caso dell’edificio Toste si tratta di una vecchia fabbrica abbandonata e successivamente incendiata.

3) Qual è il numero dei minori che fanno parte di questa popolazione?

E molto difficile stabilire il numero esatto dei minori appartenenti a questa realtà. Molti di loro non sono censiti, altri non sono iscritti alle scuole. È inoltre impossibile determinare il numero stesso delle famiglie in quanto già a partire dai 9/10 anni le bambine diventano madri poiché, se non supervisionate a livello socio-educativo, vengono facilmente avviate dagli stessi genitori alla prostituzione. Il turismo pedofiliaco è una delle più gravi piaghe che tuttora affliggono il Brasile. Vengono fatte delle campagne appositamente ed esclusivamente dall’ABEAC per sensibilizzare le famiglie alla registrazione dei nascituri. Il Governo non dimostra alcun tipo d’interesse verso questo tipo di problematiche.

4) Esiste una copertura medica per questa gente?

Nessuna copertura medica è rivolta a questa popolazione e ciò vale anche nel caso di malattie gravi come la tubercolosi. È in corso un momento molto complesso riguardante un maggiore pericolo di contagio derivato da malattie sessualmente trasmissibili. L’unica possibilità in caso d’emergenza è il ricorso alla struttura pubblica esistente già di per sé eccessivamente affollata e carente.

5) Esiste una struttura scolastica?

Esiste una struttura didattica molto precaria non corrispondente al programma standard brasiliano attualmente in corso che non è lontanamente paragonabile al livello europeo. Inoltre i professori guadagnano molto poco per cui anche la qualità ne risente. Un esempio di struttura didattica osservabile negli edifici Toste e Leste 1 rappresenta immediatamente il livello di fondamentale arretratezza riservato a bambini fino ai 10 anni: l’area adibita a scuola è delimitata, nel migliore dei casi, da mattoni e coperture in amianto, mentre, nel peggiore, cartoni e tavole di compensato diventano i muri ai quali vengono affissi i loro disegni. Vengono regolarmente creati spazi appositi per informare adulti e minori dell’esistenza delle scuole al fine di provocare in loro delle reazioni d’interesse. Una leva utile a togliere i minori dalla strada è l’ausilio di programmi che adottano lo sport come mezzo di coinvolgimento e riscatto sociale.

6) Per gli adulti esistono programmi di reinserimento sociale e professionale?

Si, esistono. L’ABEAC sta tentando di far sviluppare delle competenze per permettere loro
di mantenersi e migliorare la propria qualità di vita. Un grave problema che abbiamo riscontrato è la carenza di autostima. Nel caso delle madri, si cerca di agevolarle a ritrovare la propria autostima in modo che in un secondo tempo abbiano gli strumenti necessari all’educazione dei propri figli. Un mezzo utile a questo scopo è stato riscontrato nei corsi di arteterapia, musicoterapia, e biodanza. Un altro esempio che ha mostrato esiti positivi, sia a livello sociale che professionale, si è rivelato essere il recupero dell’artigianato locale conseguente anche l’auto sostentamento personale (es: lavorazione di materiali come gusci di ostriche e di conchiglie per la costruzione di collane e braccialetti).

7) Quali progressi si sono rilevati ?

Un numero significativo di bambini è ritornato a scuola. Molti adolescenti sono riusciti ad inserirsi nel mercato del lavoro. Si è ridotta il tasso percentuale di prostituzione precoce. Anche per quanto riguarda l’inserimento sociale degli adulti si sono ottenuti dei risultati. Sono state create ad esempio delle associazioni che salvaguardano i diritti delle donne. I risultati più evidenti si sono stati comunque raggiunti dalla popolazione che risiede nell’edificio Toste.
8) Quali sforzi ha fatto il Governo?
In relazione agli spazi presi con la forza dai senzatetto, nessuno. Gli edifici, in maggioranza di proprietà del Governo dello Stato di Bahia, sono stati occupati e, in seguito, la popolazione si è rifiutata di abbandonarli anche in presenza delle autorità di polizia che avevano intimato loro l’evacuazione immediata delle strutture. Uno sforzo del Governo è stato quello di aver donato, nel 2008, 40 prefabbricati di dimensioni 5 x 2 metri. Attualmente le previsioni dei programmi governativi destinati all’edilizia popolare sono buie. Un ostacolo che impedisce al Governo di ottemperare ai suoi doveri di Istituzione Rappresentativa nei confronti del proprio impegno sociale è il contrasto esistente tra due enti , appartenenti a partiti politici opposti, perennemente in conflitto tra loro: Stato e Comune.
9) Quante persone contribuiscono al sostegno dei senzatetto?
Diverse persone, a turno, si dividono i compiti nei vari edifici in cui si trova la popolazione. Il sostegno sta continuando a crescere. La gente coinvolta comprende diversi professionisti come ingegneri, avvocati, psicologi, simpatizzanti sia del movimento MSTS che dell’ABEAC.

10) Qual’ è la remunerazione delle persone che sostengono quest’attività?

Nulla. L’unico apporto utile è rappresentato dal volontariato.

11) Quali sono, se esistono, le piaghe che affliggono l’evoluzione sociale di queste persone?

Non esistono delle piaghe che debbano collocarsi unicamente all’interno delle strutture ma concorrono insieme a queste una serie di non meno gravi problematiche riscontrabili anche all’esterno. In questo caso è opportuno quindi parlare di influenze negative a doppio livello: all’interno e all’esterno delle strutture.

All’interno:
- La fatiscenza stessa degli edifici
- Spaccio e consumo di droga: colla, crack, marijuana
- Focolai di malattie generiche
- Prostituzione preadolescenziale
- Tubercolosi

All’esterno:
- incompatibilità sociale
- basso livello di scolarizzazione
- incapacità nella finalizzazione di desideri/obiettivi facilmente raggiungibili
- alienazione sociale rispetto allo stato reale delle cose

L’Edificio Toste è il più organizzato, le famiglie sono più strutturate e i minori vanno a scuola più regolarmente. Ciò dipende dalla gestione della struttura e dal fatto che ad esempio alcune di queste si differenziano per essere talvolta ad un piano e quindi più esposte agli “attacchi” provenienti dall’esterno.

Edificio Toste



...e il suo cortile



Edificio Leste 1



12) Quante persone escono abitualmente dalle strutture per lavorare?

Il 95% della popolazione esce dalla struttura per fare lavori informali. La maggior parte cerca di auto sostentarsi con l’attività di ambulante. I minori sono compresi in questi numeri e spinti dai genitori stessi a fare anch’essi gli ambulanti. La priorità per i bambini è reperire cibo attraverso la commercializzazione dei prodotti venduti: bibite, noccioline, caramelle, cicche, sigarette, gelati. Così facendo comunque si incentiva il mercato nero.

13) Su quali fondi può fare affidamento l’ABEAC?

Non c’è alcun fondo che sostiene le attività dell’ABEAC. L’unica risorsa è il volontariato.

14) Quali sono i bisogni più impellenti?

Alimentazione e copertura medica.

15) Qual’ è l’impatto di queste persone nei confronti della popolazione attigua alle strutture?

Le strutture sono situate in zone molto popolose della città pertanto la gente soffre una marcata discriminazione e quindi, nella maggior parte dei casi, viene evitata e allontanata soprattutto da parte della popolazione immediatamente confinante.

Ulteriori elementi

Attualmente a Salvador sono censiti ufficialmente 56 accampamenti e in tutta la Bahia 115. Non è dato sapere con certezza a quanto ammonti la totale popolazione dei senzatetto. Secondo Delba, nella sola Salvador, una stima cautelativa del numero di queste persone dovrebbe aggirarsi intorno a 500.000.

Le condizioni di vita sono estremamente dure. Quando siamo stati all’interno dell’Edificio Toste ci siamo resi conto che per questa gente gli edifici rappresentano sostanzialmente una copertura sopra la loro testa contro le intemperie. Le singole abitazioni dei residenti sono cubicoli delimitati tra loro da cartone, compensato, lamiera, legno e plastica; le pareti divisorie non arrivavano al soffitto, dei pali in legno fungono da colonne di appoggio dei materiali di fortuna utilizzati e ogni piano ha due bagni a disposizione.

I piani che abbiamo visitato non sono dotati di un impianto di illuminazione sufficiente e i corridoi così come le scale e i pianerottoli sono completamente privi di luce. Le uniche fonti di luce che abbiamo potuto constatare all’interno dell’edificio in questione sono gli allacci abusivi alla palificazione elettrica esterna. L’impianto idraulico è inesistente: al pian terreno una derivazione esterna porta l’acqua ad un locale che funge da lavatoio con tre enormi vasche, al primo piano ci è stato mostrato un rubinetto recentemente allacciato alla preesistente conduttura di fortuna attigua ad uno dei due bagni costruiti rozzamente sul basamento in calcestruzzo.

Dona Maria, un’anziana e cordiale signora, ci ha raccontato che quando abitava nell’Edificio Toste il suo cubicolo si trovava esattamente a ridosso del bagno: tra una delle sue pareti e questo, un corridoio largo una sessantina di centimetri era la distanza intercorrente dal costante fetore che diventava insopportabile tutte le volte che la tubatura si intasava e i liquami putridi invadevano parte del suo pavimento. Al primo piano, prima di andar via, Dona Maria ci ha permesso di entrare in un altro cubicolo molto più piccolo del suo. Dentro quest’ultimo abita una ragazza con quattro figli: le dimensioni del cubicolo sono 3x5 metri. Un nauseante puzzo invadeva il tugurio tanto che ci chiedemmo cosa fosse e da che parte provenisse. Dona Maria ci spiegò che a causa della presenza di ratti la popolazione dell’edificio è solita difendersi spargendo del veleno. Fu così che venne scoperto che uno di questi ratti era morto e si trovò soltanto alcuni giorni dopo tra gli strati di compensato e cartone che delimitano un cubicolo dall’altro in stato di putrefazione.

Dona Maria


In sintesi, nel vivace racconto del video, si evincono altri particolari atti a delineare una miglior comprensione delle azioni compiute dal Movimento dei Sem Teto di Salvador:
- Quando la gente stava arrivando in prossimità dell’edificio la polizia arrivò con l’ intento di disperdere la folla dissidente
- Ci fu una resistenza da parte dei contestatori , la polizia non desistette e venne raggiunto un compromesso per il quale la stessa scortò la folla fino all’ interno dell’edificio
- Una volta preso possesso dell’Edificio Toste l’immondizia, gli scarti e la roba vecchia abbandonata invadevano i piani così che la gente si organizzò per pulire e Dona Maria venne nominata coordinatrice per questa mansione . Inizialmente la gente si adattò a dormire per terra
- Successivamente Jhones Bastos leader dell’ MSTS gestì la suddivisione degli spazi assegnando una determinata superficie per ogni nucleo familiare o gruppo di persone.
- Ad oggi perdura un compromesso ufficioso, non scritto, secondo il quale convenientemente per il Governo alla popolazione è permesso risiedere all’interno della struttura in questione.

Conclusione

È noto che molti italiani approfittano di questo stato di necessità della popolazione locale per soddisfare i propri istinti sessuali. Non solo la prostituzione e la droga sembrano essere ancora i vizi che vanno per la maggiore, ma la pedofilia sembra uno tra gli interessi prediletti da certi turisti a tal punto che se qualcuno si aggirasse per il quartiere turistico di Barra potrebbe ascoltare disinvolti ed espliciti racconti di storie sentimentali e prestazioni sessuali con bambini adolescenti e pre-adolescenti.
Tutto quanto raccontato finora probabilmente è poco piacevole da leggere e per questo motivo, in tutta la vicenda, abbiamo lasciato proprio per ultimo la rappresentazione dell’unica, vera e reale speranza di questa gente: i bambini.
Per cui, meglio di mille parole, pubblichiamo un video che rappresenta la giocosità e la spontaneità dei bambini che abbiamo conosciuto e la loro eccezionale capacità di improvvisazione.

I bambini