Chavez apre il summit Opec: "barile a 200 $ se gli Usa attaccassero l'Iran"
Hugo Chavez ruba la scena ai sauditi all'apertura del vertice Opec di Riyad.L'istrionico Presidente venezuelano, che è entrato nella sfarzosa sala in marmo della capitale saudita facendosi il segno della croce, ha tenuto il discorso d'apertura del vertice dell'Organizzazione del Paesi Esportatori di Petrolio. Un onore riservatogli in quanto Presidente dello Stato che ha ospitato il precedente summit, nel 2000.Nelle sue parole, niente affatto velati gli avvertimenti agli Stati Uniti sulle conseguenze di un attacco all'Iran:"Abbiamo visto e conosciamo la situazione in Iraq. Abbiamo visto e siamo testimoni della permanente minaccia contro l'Iran. Credo che l'Opec debba rinfonrzarsi in questo senso ed esigere il rispetto della sovranità dei nostri popoli se i Paesi più sviluppati vogliono la garanzia di avere il petrolio".Fra le novità che questo terzo vertice del cartello petrolifero fa registrare c'è il ritorno dell'Ecuador, del Presidente Rafael Correa, che uscì dall'organizzazione nel 1992.Per essere certo che il messaggio fosse chiaro, alla fine del suo discorso Chavez ha aggiunto che "se gli Usa commettessero la follia d'invadere l'Iran o di aggredire di nuovo il Venezuela, il prezzo del barile arriverebbe non a 100 dollari" - da Chavez definito un prezzo equo - "ma a 200 dollari".
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