“Ennesima Perla di Wells, che per il modo in cui le sforna sembra il fratello gemello di Stuarthwyman, già nostro affezionato fornitore.”
“Piccolo” esempio banale di attribuzione di associazone di idee contraddicente il compagno fake-blogger John, l’”esperto debanker” italiano, che in un suo paradosso scrive:
“Logica vorrebbe che si scornino tra di loro, visto che scrivono entrambi su LC... ma hai mai visto la logica albergare dalle parti dei complottisti?”
Ah! Quanta “logica” accorre tra questi fake-blog che imperversano sulla rete…
Contraddizioni, omissioni, insulti… e delle belle paia di paraocchi a fomentare la “guerra” a “luogo comune”.
Nella vita del “debunker” italiano esiste solo “luogo comune”.
“Luogo comune” è l’unico nemico del “debunker” italiano…
Ma chi è il “debunker” italiano?
Bisognerebbe prima fare una distinzione tra quello ch è un debunker è ciò che è stato inteso e travisato dal “debunker” italiano che si ostina a eleggersi debunker!
Cos’è veramente il debunking?
Senza sorta di dubbio, il debunking è inteso come uno studio atto a smantellare un resoconto dei fatti basati su illazioni e presupposizioni ecc….
Come nel caso di James Randi che provocatoriamente offre una borsa di 1.000.000 di dollari a chiunque dimostri un fenomeno paranormale, così, altri ricercatori, chiamati debunker determinano attraverso uno studio la provata menzogna accorsa.
Dall’11 settembre 2001, a seguito dei forti dubbi scaturiti, anche dalla pubblicazione della Versione Ufficiale, dai fatti accaduti quel giorno, diverse tesi hanno suggerito ipotesi con argomentazioni di un certo rilievo, contrastanti l’intricato filo menzognero di cui è intriso il concetto, oggetto di detta pubblicazione. Argomentazioni queste ultime che vanno a colmare le lacune del resoconto della VU.
A seguito della nascita di questo fenomeno dedicato a delineare la fallacia delle affermazioni ufficiali, parallelamente si è insediato un fenomeno contrario, appunto detto debunking.
Uno sarebbe portato a credere che quella del debunking sia l’ultima parola, in realtà non è così.
In Italia, il debunking, oggi, vorrebbe eleggersi rappresentato dall’apporto di alcuni blog:
- “undici settembre”
- “crono911”
- “11-settembr”
- "perle complottiste"
Questo blog è composto da un “gruppo di ricerca” di persone, che per “passione”, si dedicano a quest’attività.
Purtroppo da mesi, che sono “impegnati”, non hanno dimostrato nulla di nulla. Hanno illustrato delle ipotesi, non dimostrate in nessun modo, ragion per cui non hanno “debunkato” assolutamente niente.
Scopo del debunker è debunkare se non debunka non è un debunker, e di conseguenza non può eleggersi tale, se lo facesse si dovrebbe considerare un millantatore, un falso, un bugiardo, un meschino, un idiota e via dicendo…
La tragedia è che “il gruppo” si definisce debunker, ma ciò è un concetto erroneo, travisato poi dal lettore in maniera fallace…
Il gruppetto dovrebbe più giustamente definirsi “presunto debunker”, fino a prova contraria, quando potrà definirsi realmente un debunker vero!
Invece, presumendo di essere un debunker, coglie l’occasione per insultare per cercare di avvalorare le proprie teorie con la sensibilizzazione mediante trauma e pressione psicologica, e il lettore che si pone nell’approfondire certe questioni riguardanti la materia oggetto di debunkaggio, rimane avvilito dallo scontro di divergenze d’opinione…
Il loro “lavoro”, è per cui inutile, svolto in questa maniera…
Purtroppo questa maniera è utilizzata il più delle volte, quindi non solo il loro “lavoro” è inutile, ai fini della ricerca della verità, ma è altresì insolente (in quanto oltremodo anche privo di qualsiasi fondamento dimostrato) e confusionario…
Per meglio affrontare la psicologia del “debunker” italiano è opportuno conoscerne le origini, riconosciute nel rappresentante del “debunkaggio” italiano.
Costui, che si ama indicare un giornalista, che probabilmente un giornalista non è, si chiama Paolo Attivissimo.
Paolo Attivissimo è un esperto di informatica.
L’esperienza di Attivissimo era volta allo studio delle truffe di informatica, tra le quali anche quelle online, con un discreto successo, infatti a scritto dei manuali di utilizzo con una certa cura…
Il “salto di qualità” lo ha svolto nel momento in cui ha ritenuto opportuno potersi cimentare nel chiarimento dei fatti del 9/11, a discapito della tesi che ritiene il 9/11 un inganno (inside job), cioè opera non sicuramente dei “terroristi” islamici…
La modalità di ragionamento di Attivissimo in tal caso non è delle più trasparenti, poichè nasce da un presupposto di visibilità commerciale rafforzato da un’esperienza derivata da tutt’altro settore.
L’anello congiunturale di Attivissimo non è ne più ne meno che da vedersi in una presupposizione, che ha, indubbiamente, a che vedere con un’altra realtà, ma che non ha niente a che fare con gli atti dell’11 settembre.
In poche parole se fino a ieri vendeva le noccioline, ed era bravissimo a farlo, non è detto che oggi possa vendere le macchine con la stessa facilità.
Ergo, razionalizzando Attivissimo, se fino a ieri, usando termini suoi, “sbufalava” truffe informatiche in maniera egregia, non è detto che oggi possa fare lo stesso delle tesi concernenti l’inganno dietro l’11 settembre…
O meglio, può farlo con la cautela del caso non dando per scontate certe sue teorie mai dimostrate…
Il suo blog “undicisettembre” è una contraddizione ammessa fin dal suo nascere, si legge infatti nella sua presentazione, il 31/7/2006:
Questo blog è composto da un “gruppo di ricerca” di persone, che per “passione”, si dedicano a quest’attività.
Purtroppo da mesi, che sono “impegnati”, non hanno dimostrato nulla di nulla. Hanno illustrato delle ipotesi, non dimostrate in nessun modo, ragion per cui non hanno “debunkato” assolutamente niente.
Scopo del debunker è debunkare se non debunka non è un debunker, e di conseguenza non può eleggersi tale, se lo facesse si dovrebbe considerare un millantatore, un falso, un bugiardo, un meschino, un idiota e via dicendo…
La tragedia è che “il gruppo” si definisce debunker, ma ciò è un concetto erroneo, travisato poi dal lettore in maniera fallace…
Il gruppetto dovrebbe più giustamente definirsi “presunto debunker”, fino a prova contraria, quando potrà definirsi realmente un debunker vero!
Invece, presumendo di essere un debunker, coglie l’occasione per insultare per cercare di avvalorare le proprie teorie con la sensibilizzazione mediante trauma e pressione psicologica, e il lettore che si pone nell’approfondire certe questioni riguardanti la materia oggetto di debunkaggio, rimane avvilito dallo scontro di divergenze d’opinione…
Il loro “lavoro”, è per cui inutile, svolto in questa maniera…
Purtroppo questa maniera è utilizzata il più delle volte, quindi non solo il loro “lavoro” è inutile, ai fini della ricerca della verità, ma è altresì insolente (in quanto oltremodo anche privo di qualsiasi fondamento dimostrato) e confusionario…
Per meglio affrontare la psicologia del “debunker” italiano è opportuno conoscerne le origini, riconosciute nel rappresentante del “debunkaggio” italiano.
Costui, che si ama indicare un giornalista, che probabilmente un giornalista non è, si chiama Paolo Attivissimo.
Paolo Attivissimo è un esperto di informatica.
L’esperienza di Attivissimo era volta allo studio delle truffe di informatica, tra le quali anche quelle online, con un discreto successo, infatti a scritto dei manuali di utilizzo con una certa cura…
Il “salto di qualità” lo ha svolto nel momento in cui ha ritenuto opportuno potersi cimentare nel chiarimento dei fatti del 9/11, a discapito della tesi che ritiene il 9/11 un inganno (inside job), cioè opera non sicuramente dei “terroristi” islamici…
La modalità di ragionamento di Attivissimo in tal caso non è delle più trasparenti, poichè nasce da un presupposto di visibilità commerciale rafforzato da un’esperienza derivata da tutt’altro settore.
L’anello congiunturale di Attivissimo non è ne più ne meno che da vedersi in una presupposizione, che ha, indubbiamente, a che vedere con un’altra realtà, ma che non ha niente a che fare con gli atti dell’11 settembre.
In poche parole se fino a ieri vendeva le noccioline, ed era bravissimo a farlo, non è detto che oggi possa vendere le macchine con la stessa facilità.
Ergo, razionalizzando Attivissimo, se fino a ieri, usando termini suoi, “sbufalava” truffe informatiche in maniera egregia, non è detto che oggi possa fare lo stesso delle tesi concernenti l’inganno dietro l’11 settembre…
O meglio, può farlo con la cautela del caso non dando per scontate certe sue teorie mai dimostrate…
Il suo blog “undicisettembre” è una contraddizione ammessa fin dal suo nascere, si legge infatti nella sua presentazione, il 31/7/2006:
“Il risultato fondamentale di queste indagini è che ci sono senz'altro delle zone grigie e degli aspetti ancora da chiarire intorno agli attentati dell'11 settembre 2001, ma le principali ipotesi di complotto si basano su informazioni scorrette e incomplete e sulla superficiale approssimazione, incompetenza e talvolta vera e propria malizia manipolativa dei loro sostenitori.”
Attivissimo, rappresentante del gruppo, crede di poter offrire la verità, quando per sua ammissione esistono “zone grigie e degli aspetti da chiarire”.
Dopodichè si mette a descrivere i “complottisti”…
Questo resoconto già permette di giudicare il “lavoro”, a senso unico, che questo gruppo svolgerà, contrapponendosi in tutto e per tutto a “luogo comune” che è una goccia nell’oceano vedente l’inganno negli episodi del 9/11…
Il lavoro svolto dal “debunker” è inoltre un continuo dileggio alla lingua italiana, basti pensare al termine coniato dal “presunto debunker”, la parola “complottista”, nel dizionario italiano di Word è un ERRORE GRAMMATICALE!
Lasciamo perdere la massa abbondante di aggettivi superlativi, incontrati nelle letture di questi “blog” presunti “debunker”, ritorniamo per un istante all’ammissione dell’esistenza di “, “zone grigie”, che paradossalmente gettano il fango del loro stesso colore, sull’attività dal gruppo fino a oggi…
Come si fa a spiegare una presunta realtà dal momento che, ammettendo l’esistenza di buchi, pretendi di dimostrarla trovando errori nella teoria avversa?
“Questa è confusione colossale”
Probabilmente prima di mettersi a debunkare, il “debunker” italiano, avrebbe dovuto fare un’analisi di quali fossero le “zone grigie”, spiegando una ragione della loro presenza in tal senso, argomentando…
Ma i “paraocchi” erano già stati indossati…
2 commenti:
Titoli accademici, anni di professione, insegnamento nel fior fiore delle Università, riconosciuti valori in campo professionale: non possono avere la stessa dignità della parola del debunker, che - grazie solo alla sua incommensurabile e insindacabile "esperienza", arriva dove nemmeno il NIST è arrivato ( avendo avuto almeno l'umiltà di dichiarare la propria impossibilità a fornire spiegazioni..."we are unable to provide a full explanation of the total collapse"
http://www.911proof.com/NIST.pdf.)
anche pubblicare dati - palesemente errati (http://11-settembre.blogspot.com/2007/05/le-telecamere-del-pentagono-verit.html) - copia/incollati da una paginetta di wikipedia, per spiegare il funzionamento delle analisi video, senza rendersi conto degli strafalcioni che conteva, ad esempio, non può essere utilizzato a discredito dell'insindacabile esperienza in ogni campo del debunker.
Che rappresentino il "massimo dell'affidabilità" è un dogma.
altrimenti che debunker sarebbero?
Pensavo che copia-incolla fosse un'attitudine di John e Attivissimo, ma veramente anche henry62 si è dato al copia e incolla???
ahahahaha!
http://debunkerfakeblog.blogspot.com/2007_11_01_archive.html
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