Data di fondazione: 13 ottobre 1843
Luogo: New York
Costituzione: si fonda sulla base del testo della costituzione di una loggia massonica, ma non si definisce necessariamente tale
Iscritti: 500.000
Scopo: evitare l'assimilazione della razza da parte dell'umanità
La "Lega Anti-Diffamazione" (A.D.L.) scrive che essa "crede nell’integrazione, cioè nell’accettazione degli ebrei, come eguali. Ma che è opposta all’assimilazione: ossia alla perdita dell’identità ebrea. Uno dei principi dell’Ordine è che "non vi è posto nel "B’nai B’rith" per un Fratello che tiene i suoi figli lontani dalla Comunità Israelitica".
E' la più grande organizzazione ebraica del mondo e una delle più antiche associazioni americane mai esistite.
Motto dell’Ordine : "Benevolenza, Amore fraterno e Armonia".
Recensioni: http://www.disinformazione.it/bnaibrith.htm
Sito italiano: http://www.beneberith-italia.org/ (Commissione Israele)
Articolo
La sede canadese della B'nai Brith (in Ebraico: “Figli del Patto”), la prima organizzazione al mondo al servizio degli ebrei, ha recentemente mosso una denuncia nei confronti di un sito web di Victoria e di tutto il suo staff editoriale, il quale è accusato di contribuire a promuovere l'odio “verso le persone identificate come ebrei e/o come cittadini di Israele”
All'editore Alan Roycroft è stato imposto di rimuovere immediatamente dal sito web “Peace, Earh and News” diciotto articoli che contenevano presunto materiale anti-semita. Sull'accaduto è stata aperta un'inchiesta da parte della Commissione Canadese per i Diritti Umani.
Questi diciotto articoli, così come molti altri articoli presenti su Pej.org, trattano i costi della guerra in Medio Oriente e dei conflitti tra il governo Palestinese ed Israeliano. Il tono degli articoli è abbastanza veemente, ad esempio, un pezzo intitolato “We Should Nuke Israel”, appare come un'imitazione di una colonna del Toronto Sun che propone un attacco tattico contro gli impianti nucleari in Iran.
Secondo Anita Bomberg, rappresentante legale di B'nai Brith Canada, “questi articoli sono violentemente anti-israeliani al punto da oltrepassare quelle che possono essere le critiche legittime, e sfociare nell' anti-semitismo”
Harry Abrams, un uomo d'affari di Victoria (Canada), e membro di B'nai Brith, è la persona che per prima ha denunciato il contenuto dei materiali pubblicati su Pej.org. L'uomo ha affermato che “ci sono troppe calunnie che è necessario denunciare”, come ad esempio l'idea che Israele non abbia diritto di esistere, o che Israele sia una stato razzista”
La polemica tra B'nai Brith e “Peace, Earth and News”, è abbastanza sottile, infatti Roycroft ha affermato che tutti gli esempi riportati da Abrams erano stati citati fuori dal contesto originale, e quindi il significato potrebbe essere stato frainteso. Inoltre, Roycroft ha sottolineato che questi articoli erano critici contro le politiche israeliane, e non c'era alcuna intenzione di esprimere odio verso gli Ebrei.
Il magazine The Globe and Mail ha pubblicato una lettera indirizzata a Roycroft, dove la Commissione Canadese per i Diritti Umani afferma di essere tenuta a raccogliere qualsiasi denuncia riguardante una violazione della Canadian Human Rights Act”.
Da un altro lato, Roycroft ha accettato di rimuovere gli articoli fino a quando il problema non sarà risolto. “Abbiamo rimosso in 24 ore tutti i 18 articoli citati nella denuncia, come cortesia ad Harry Abrams a cui mostriamo la nostra benevolenza. I 18 articoli resteranno nel nostro database, e potranno tornare visibili al pubblico in qualsiasi momento”, ha dichiarato Roycroft.
Secondo la commissione canadese per i diritti umani, nell'eventualità che non venga raggiunto un accordo tra le parti, il caso potrebbe essere preso in esame da un tribunale per i diritti umani.
Abrams ha riferito che ci sarebbero altri siti canadesi sotto indagine per la pubblicazione di possibili contenuti anti-semita.
All'editore Alan Roycroft è stato imposto di rimuovere immediatamente dal sito web “Peace, Earh and News” diciotto articoli che contenevano presunto materiale anti-semita. Sull'accaduto è stata aperta un'inchiesta da parte della Commissione Canadese per i Diritti Umani.
Questi diciotto articoli, così come molti altri articoli presenti su Pej.org, trattano i costi della guerra in Medio Oriente e dei conflitti tra il governo Palestinese ed Israeliano. Il tono degli articoli è abbastanza veemente, ad esempio, un pezzo intitolato “We Should Nuke Israel”, appare come un'imitazione di una colonna del Toronto Sun che propone un attacco tattico contro gli impianti nucleari in Iran.
Secondo Anita Bomberg, rappresentante legale di B'nai Brith Canada, “questi articoli sono violentemente anti-israeliani al punto da oltrepassare quelle che possono essere le critiche legittime, e sfociare nell' anti-semitismo”
Harry Abrams, un uomo d'affari di Victoria (Canada), e membro di B'nai Brith, è la persona che per prima ha denunciato il contenuto dei materiali pubblicati su Pej.org. L'uomo ha affermato che “ci sono troppe calunnie che è necessario denunciare”, come ad esempio l'idea che Israele non abbia diritto di esistere, o che Israele sia una stato razzista”
La polemica tra B'nai Brith e “Peace, Earth and News”, è abbastanza sottile, infatti Roycroft ha affermato che tutti gli esempi riportati da Abrams erano stati citati fuori dal contesto originale, e quindi il significato potrebbe essere stato frainteso. Inoltre, Roycroft ha sottolineato che questi articoli erano critici contro le politiche israeliane, e non c'era alcuna intenzione di esprimere odio verso gli Ebrei.
Il magazine The Globe and Mail ha pubblicato una lettera indirizzata a Roycroft, dove la Commissione Canadese per i Diritti Umani afferma di essere tenuta a raccogliere qualsiasi denuncia riguardante una violazione della Canadian Human Rights Act”.
Da un altro lato, Roycroft ha accettato di rimuovere gli articoli fino a quando il problema non sarà risolto. “Abbiamo rimosso in 24 ore tutti i 18 articoli citati nella denuncia, come cortesia ad Harry Abrams a cui mostriamo la nostra benevolenza. I 18 articoli resteranno nel nostro database, e potranno tornare visibili al pubblico in qualsiasi momento”, ha dichiarato Roycroft.
Secondo la commissione canadese per i diritti umani, nell'eventualità che non venga raggiunto un accordo tra le parti, il caso potrebbe essere preso in esame da un tribunale per i diritti umani.
Abrams ha riferito che ci sarebbero altri siti canadesi sotto indagine per la pubblicazione di possibili contenuti anti-semita.
Nessun commento:
Posta un commento