martedì 16 ottobre 2007

Lo scenario prende forma!

In una settimana la strategia geopolitica degli Stati Uniti è stata modellata in funzione di una mira espansionistica atta a turbare gli equilibri esistenti in Asia: prima in Turchia, ora con la Cina.
Il conferimento al Dalai Lama della medaglia da parte del Congresso degli Stati Uniti (massima onoreficenza civile americana), porterà «un grave danno» alle relazioni tra Cina ed Usa. Non usa mezzi termini il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Liu Jianchao, per cercare di evitare un riconoscimento "scomodo" al capo spirituale del popolo tibetano, che dovrebbe incontrare anche il presidente George W. Bush. «Abbiamo già protestato diverse volte presso gli americani e chiediamo loro nuovamente di correggere l'errore e di annullare le cerimonie previste», ha dichiarato alla stampa il portavoce di Pechino, affermando che gli appuntamenti istituzionali previsti «violano gravemente i principi di base delle relazioni internazionali, urtano i sentimenti dei cinesi e costituiscono un'indecente ingerenza negli affari interni cinesi».Il Congresso – che in passato ha assegnato la medaglia a Madre Teresa di Calcutta, all'ex presidente del Sudafrica Nelson Mandela, a Papa Giovanni Paolo II, a Ronald e Nancy Reagan - ha fatto sapere che il Dalai Lama, che vive in esilio in India dal 1959, sarà premiato per «il suo duraturo ed eccezionale contributo alla pace, alla non violenza, ai diritti umani e alla comprensione religiosa». Il leader tibetano chiede per la sua nazione una «genuina autonomia», ma Pechino continua ad accusarlo di sostenere il disegno dell'indipendenza. La scorsa settimana Pechino ha cancellato una serie di incontri già in calendario con delegazioni tedesche per rappresaglia contro il cancelliere Angela Merkel, colpevole di aver ricevuto il Dalai Lama.Nelle ultime settimane la stampa cinese ha pubblicato una lunga serie di violenti articoli contro il leader spirituale dei tibetani, accusandolo tra l'altro di essere un assassino e un sostenitore di sette di fanatici religiosi come quella giapponese dell'Aum Shirikyo, responsabile di attentati che hanno causato la morte di decine di persone. (M. Do.)

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